Importante scoperta fatta ad Arezzo: i cardiologi scoprono i meccanismi della morte cardiaca improvvisa.

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20 Ottobre 2018

Se in tutto il Bel paese si registra una preoccupante fuga di cervelli ad Arezzo tre cardiologi del San Donato hanno realizzato un importante studio che è stato pubblicato sulla più importante rivista cardiologica mondiale, Journal of the American College of Cardiology.

I medici aretini hanno scoperto i meccanismi che determinano il rischio di aritmie fatali nei pazienti affetti da sindrome di Brugada, una malattia rara del cuore che può causare la morte cardiaca improvvisa, soprattutto in soggetti giovani altrimenti considerati completamente sani. I protagonisti sono Maurizio Pieroni, responsabile dello studio scientifico e dell’ambulatorio cardiomiopatie e malattie cardiache rare, Pasquale Giovanni Notarstefano responsabile della Aritmologia e co-responsabile dello studio e Leonardo Bolognese direttore del Dipartimento Cardioneurovascolare della Ausl  Toscana Sudest i quali hanno eseguito un tipo di procedura, la biopsia cardiaca guidata dal mappaggio elettroanatomico, che viene eseguita, in Toscana, solo ad Arezzo e in Italia ed Europa in pochissimi centri.

Questa scoperta, oltre ad importanti significati prognostici, in un futuro non troppo lontano, avrà importanti ripercussioni anche terapeutiche. Negli Stati Uniti è stata già sperimentata l’efficacia della terapia anti-infiammatoria con cortisonici in aggiunta alle terapie convenzionali, nel debellare aritmie gravi in casi di soggetti affetti dalla sindrome. Tra tutti i soggetti con sindrome di Brugada, fortunatamente solo la minoranza va incontro ad aritmie fatali. Recentemente altri gruppi hanno proposto la “cura” di questa sindrome attraverso una ablazione (ossia una bruciatura con radiofrequenze) proprio nella zona del cuore dove l’equipe aretina ha eseguito le biopsie. Lo studio è stato supportato da un finanziamento della Fondazione Telethon assegnato a Maurizio Pieroni ed è stato condotto in collaborazione con Antonio Oliva dell’Università Cattolica di Roma e con Ramon Brugada della Università di Girona in Spagna, che ha scoperto la sindrome.

 

 

 

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