Il PD di Città di Castello in occasione della giornata in memoria delle vittime della mafia ricorda Paola Clemente

di:
22 Marzo 2018

Proprio ieri si è svolta all’Istituto Ugo Patrizi la cerimonia per la consegna della targa con cui è stato intitolato a Paola Clemente, il frutteto della scuola. Il Partito Democratico tifernate ha voluto così ricordare Paola Clemente.

 

“La drammatica morte di Paola ha permesso l’approvazione in tempi rapidissimi di una nuova legge contro il Caporalato che finalmente reprime e cerca di prevenire una delle piaghe più gravi che affliggono l’agricoltura e l’edilizia italiana. E’ il minimo che poteva essere fatto.

Questa legge colpisce sia chi recluta manodopera, in condizioni di sfruttamento, sia il datore di lavoro che la utilizza o impiega.

Quello del caporalato è un mondo di illegalità e sfruttamento che va dal lavoro irregolare fino ai confini della tratta e riduzione in schiavitù di esseri umani, dove veri e propri sistemi criminosi gestiscono la manodopera a bassissimo costo ricorrendo anche all’uso della minaccia o della violenza, approfittando dello stato di bisogno del lavoratore.

Nel rapporto del 2016 “Agromafie e caporalato” dell’osservatorio “Placido Rizzotto” risulta che il fenomeno del caporalato coinvolge circa 430.000 lavoratori in Italia, sia italiani che stranieri ed è diffuso in tutto il paese, con un volume di affari stimato intorno ai 17 miliardi. Con la nuova legge questa attività illecita di sfruttamento del lavoro viene perseguita con pene fino a sei anni e pesanti multe, prevedendo  la confisca obbligatoria dei beni, da destinare poi al Fondo anti-tratta e all’indennizzo delle vittime.

Paola Clemente è stata un esempio significativo delle condizioni di sfruttamento sul lavoro.

Era il 13 luglio 2015 quando la donna colpita da un malore, moriva, dopo aver lavorato per ore sotto il sole cocente occupandosi dell’acinellatura dell’uva, nelle campagne di Andria, in Puglia.

Persone che rischiano la vita pur di far sopravvivere la propria famiglia, guadagnando cifre umilianti, una parte pretesa dal caporale, con la complicità di datori di lavoro, sciacalli, che non vedono dietro ad ogni lavoratore la dignità di una persona, ma solo il profitto.

E’ per il nostro Comune un onore ospitare un frutteto, messo a disposizione all’Istituto Agrario Ugo Patrizi, sul filone delle idee che restano scolpite, come quelle di Peppino Impastato, al quale Città di Castello, su proposta del PD, ha dedicato la sala della Giunta Comunale.

Nel ricordo di Paola e di Peppino vogliamo ribadire che le ingiustizie e la mafia non si combattono solo dall’esterno ma anche dall’interno, mettendo in discussione quella mafia invisibile e pertanto insidiosissima che risiede nei modi di pensare e di agire e che determina quel “sentire mafioso” corrotto e sfruttante capace di fare danni devastanti, privando le persone della loro dignità e libertà.

Questi esempi e testimonianze vanno affidate ai giovani, speranza del nostro futuro.”

Tags