Guardia di Finanza scopre un vorticoso giro di fatture false

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10 Maggio 2017

Attraverso complesse alchimie contabili, diverse imprese del Tifernate operanti nel settore della metalmeccanica avevano realizzato un vorticoso giro di fatture false per aumentare fittiziamente i costi sostenuti e comprimere, di conseguenza, le imposte da versare all’erario.

Dopo tre anni di indagini e 13 interventi ispettivi, i Finanzieri della Tenenza di Città di Castello hanno portato alla luce oltre 6 milioni di euro di redditi sottratti a tassazione e circa 2 milioni di euro di IVA indebitamente detratta, individuando anche ben cinque evasori totali. Complessivamente, sono 24 i soggetti denunciati a vario titolo per i reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nonché di dichiarazione fraudolenta.

A seconda della convenienza fiscale, interponendo dei soggetti di comodo, le aziende si “scambiavano” fatture relative ad operazioni inesistenti: tra le false prestazioni individuate erano ricomprese anche lavorazioni “fantasma” svolte presso cantieri navali.

In un caso, erano riusciti addirittura a simulare la vendita di un carro ponte da 5 tonnellate per un valore di quasi mezzo milione di euro. Sono risultati implicati anche soggetti aventi sede al di fuori dell’Umbria, tra cui una società di Ancona e una di Firenze, totalmente sconosciute al fisco, che hanno fatturato milioni di euro per false prestazioni di mano d’opera rivolte ad alcune delle aziende finite sotto la lente delle Fiamme Gialle di Città di Castello.

Al fine di garantire il debito verso l’erario, nei confronti di uno degli imprenditori maggiormente coinvolti nella frode fiscale è stato già eseguito un sequestro preventivo di un capannone industriale e della propria abitazione, su disposizione della locale Autorità Giudiziaria.

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