Il 15 marzo si celebra la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata alla sensibilizzazione sul tema dei disturbi del comportamento alimentare e della nutrizione (DCA) con focus sulle iniziative dedicate a cura e prevenzione.
Negli ultimi anni tanti i passi avanti fatti, soprattutto nel trattamento della malattia attraverso tempistiche e metodologie adeguate e specifiche nonostante la crescita esponenziale dei casi che si registra in tutto il paese, soprattutto post pandemia, e l’insorgenza precoce dei disturbi.
Data la loro complessità, i disturbi del comportamento alimentare necessitano di un team esperto di professionisti tra cui sanitari, psicologi e psichiatri adeguatamente formati e di un percorso multidisciplinare che porti ad una diagnosi precoce e tempestiva, essendo patologie che riguardano il corpo e la mente.
Soltanto in Umbria si parla di oltre 20 mila persone che soffrono di disturbi legati alla sfera del comportamento alimentare e di questi circa il 30% ha meno di 14 anni, come dichiarato dalla dottoressa Laura Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta fondatrice della Rete per i disturbi del comportamento alimentare della Usl Umbria 1: “tenendo conto dei numeri, sempre più in crescita, risultano fondamentali le campagne di prevenzione. Ci stiamo muovendo molto nell’ambiente dello sport e nelle scuole, soprattutto scuole superiori e medie inferiori.
Le campagne sono distinte e organizziamo incontri sia con gli studenti, con cui parliamo principalmente dei fattori di rischio, sia con gli insegnanti. È partita anche una campagna in collaborazione con il Coni: sono previsti degli incontri con gli insegnanti delle discipline sportive per dar lor gli elementi necessari per poter riconoscere i primi segnali. Quando si parla di disturbi nel genere maschile, ad esempio, uno dei primi segnali è l’iperattività che la maggior parte delle volte, però, non viene riconosciuto come un vero sintomo, cerchiamo di dare i giusti strumenti a chi lavora con i giovani affinchè possano riconoscere tempestivamente i segnali lanciati dal corpo”.
Negli anni l’Umbria è diventata modello esemplare nella cura dei disturbi alimentari grazie alla rete di centri specializzati nel trattamento delle patologie correlate. Come spiega Dalla Ragione: “ad oggi, la metà delle regioni italiane non ha una rete completa di assistenza, per questo sono numerosi gli spostamenti da una regione all’altra. In tutta Italia si contano solo 8 centri residenziali che, ovviamente, non riescono a rispondere alle numerose esigenze e richieste. L’Umbria è diventata un modello esemplare, abbiamo anche fondato un centro analogo a quello di Todi a Malta, a La Valletta. Da noi, ogni anno, vengono tanti professionisti per imparare ed apprendere i metodi che utilizziamo”.
Nel trattamento delle patologie le tecniche impiegate sono in continua evoluzione: “stiamo utilizzando molto la tecnica dello specchio, introdotta proprio nel programma residenziale di Palazzo Francisci a Todi. Si lavora molto sull’immagine corporea che, in chi soffre di disturbi alimentari, è alterata. Questa tecnica consiste nell’esposizione davanti ad uno specchio a tre ante guidati da una psicologa che aiuta il paziente a recuperare una visione corretta e realistica del suo corpo. È una tecnica molto faticosa, ma molto utile per la cura”.