Fiere di Mezzaquaresima alle porte: la storia della manifestazione

Bestiame e fichi secchi gli antichi cardini di un evento secolare e ancora oggi simbolo della vocazione commerciale di Sansepolcro

10 Marzo 2024
piazzone fiere

Fiere di Mezzaquaresima: il campo boario al Piazzone (foto: La Piazza)

Sono sempre rimaste le fiere dei fichi secchi (e della porchetta), ma con il tempo anche le piadine romagnole e i brigidini di Lamporecchio sono diventati elementi rappresentativi della kermesse che, più di ogni altra, porta gente a Sansepolcro. Le Fiere di Mezzaquaresima, che in questo 2024 si terranno da giovedì 14 a domenica 17 marzo, sono il vero e proprio evento di massa sul quale la città di Piero della Francesca può contare, perché nei quattro giorni di svolgimento sono capaci di attirare oltre 20mila persone. Le abitudini stesse della città cambiano: basti pensare alla disciplina del traffico, che subisce inevitabili modifiche. Sono giornate più movimentate, ma ai cittadini del Borgo va bene così.

È ancora fresco il ricordo del 2020 e del 2021, quando a causa della pandemia la manifestazione venne cancellata: la scomparsa della normalità aveva tolto al Borgo anche le Fiere, che rimangono pur sempre attese, nonostante oggi il commercio tradizionale stia lasciando il posto alle nuove impostazioni. Ma la tradizione non deve morire, a cominciare dal periodo di svolgimento: giovedì, venerdì, sabato e domenica della settimana che precede di 15 giorni l’arrivo della Pasqua, quindi la domenica di riferimento diventa la quinta di Quaresima. A essere più precisi, fino a una trentina di anni fa i giorni ufficiali di fiera erano tre: giovedì, venerdì e sabato, mentre la domenica era di fatto “facoltativa”; adesso, invece, anch’essa è giorno effettivo, ma quello di maggiore afflusso continua a rimanere il sabato. Da quanti secoli esistono le Fiere e soprattutto quale storia hanno alle spalle? 

Mercati presenti fin dal secolo XI

Il passato si perde nella nebbia dei tempi. Di certo, la vocazione commerciale è una prerogativa di Sansepolcro per il suo status perpetuo di località di confine e, come tale, di rilevanza strategica anche per scambi e mercati. In ultima analisi, bisogna tornare indietro di quasi mille anni: nel 1057, papa Stefano IX invia all’abate Felice la bolla che gli concede la possibilità di aprire un piazzatico per fare mercato nell’abbazia. I mercati erano momento di incontro fra la gente e portavano soldi, magari anche qualche pestilenza. In un tempo successivo, ecco spuntare sul calendario le due grandi fiere, così ben distribuite nell’arco dell’anno: il Mercato di Sant’Egidio a inizio di settembre, in onore di uno dei fondatori della città (era il più importante, ma è anche scomparso) e quello primaverile, con al centro il bestiame.

Nel 1258, con l’edificazione della chiesa e del convento di San Francesco, viene tolta la cinta muraria e portata all’altezza attuale sul lato di Porta del Castello; fino a quel momento, i luoghi in cui si svolgeva il mercato erano l’attuale via XX Settembre e l’attuale via Matteotti. Il periodo dei Malatesta e il successivo passaggio alla Repubblica Fiorentina avevano gettato i presupposti della crescita di Sansepolcro, che con il tempo era riuscita a svilupparsi anche più di Città di Castello, chiedendo a più riprese di potersi staccare e diventare autonoma, anche perché dopo il passaggio all’attuale Toscana non vi erano più ragioni plausibili per continuare a rimanere sotto la diocesi di Città di Castello.

L’obiettivo va in porto nel 1520, quando papa Leone X firma la bolla che assegna a Sansepolcro la titolarità della diocesi con la conseguente elevazione a città, dopo che i commerci di panni, la produzione del guado e l’agricoltura avevano creato il benessere economico. Ed è proprio l’incremento del commercio che fa di Sansepolcro, già a inizio del XIV, un luogo di fiere e mercati. La storica locale Donatella Zanchi ricorda come le Fiere di Mezzaquaresima prendano origine dall’antica Fiera di San Lazzaro, che era un mercato del bestiame.

Fiere
Particolare dello storico manifesto delle Fiere

I fichi secchi diventano protagonisti assieme al bestiame

In seguito, l’appuntamento avrebbe assunto la denominazione di “fiera dei fichi secchi” – ricorda la Zanchi – perché ogni contadino della zona possedeva piante di fico, frutto oggi sfizioso che anticamente sfamava le persone, essendo un alimento dal gusto dolce e nutriente. Il fico matura in settembre, ma per conservarlo e venderlo nella primavera successiva i contadini avrebbero dovuto farlo seccare. Non solo: chi acquistava i fichi secchi alla fiera era solito poi anche mescolarli con il miele per ottenere uno sciroppo che aveva due proprietà: quella di fortificare i bambini e quella di curare la tosse.

Poi, con il tempo, ai fichi secchi - che hanno il loro “quartier generale” a Porta Fiorentina, anche se non è più in vita lo storico venditore Gilberto Gilberti, meglio conosciuto come Mangiamesse – si sono aggiunti brigidini, piadina, porchetta e anche l’inevitabile croccante preparato sul momento, il cui aroma è di fatto il profumo delle fiere. Per farla breve, insomma, la fiera del bestiame si trasforma in fiera di articoli vari e centinaia di ambulanti, provenienti da varie regioni d’Italia, affollano le vie del centro storico con le loro bancarelle che, esponendo ogni tipo di mercanzia, richiamano visitatori da tutti i paesi della vallata. I tre giorni di fiera erano una opportunità anche per i gestori delle bettole, che – preparando cibi saporiti – inducevano i clienti a bere molto.

Il piazzale dei giochi in una delle ultime Fiere prima della Seconda Guerra Mondiale
Il piazzale dei giochi in una delle ultime Fiere prima della Seconda Guerra Mondiale

Animali trasferiti da Porta Fiorentina al Foro Boario

Fino al dopoguerra, l’esposizione degli animali era ubicata al “Campo Boario” (da non confondere con il Foro Boario), area che oggi è quella di viale Armando Diaz, appena fuori Porta Fiorentina e che gli abitanti del Borgo chiamavano il Piazzone. Poi, quando vi hanno allestito i giardini e costruito i palazzi sui poderi diventati edificabili, la fiera del bestiame è stata spostata dapprima a Porta del Ponte e poi al Foro Boario, dove si trova anche adesso. 

Viale Vittorio Veneto, sempre a Porta Fiorentina e conosciuto come il viale della stazione, era la sede del luna park o delle giostre – come si usa dire al Borgo – che a metà degli anni Sessanta viene trasferito a Porta del Ponte nell’ampio piazzale ancora non asfaltato, per cui quando pioveva si formavano grandi pozzanghere nelle quali spesso si sporcavano i ragazzi, perché presi dal divertimento nemmeno si accorgevano di esse. Da diversi anni, oramai, il luna park è di stanza sui parcheggi del palasport, più staccati dal contesto del centro.

Gli abitanti del Borgo attendevano le Fiere per le loro spese, in particolare le donne, che in vista della benedizione pasquale intendevano rinnovare tendine, coperte e tappeti per esibire al meglio la casa quando arrivava il parroco. Obiettivo delle ragazze di un tempo era quello di comprarsi la collanina di perle o di corallo, o anche un paio di scarpe, mentre i bambini si divertivano nel dare le pallinate alla gente; un altro dei simboli legati alle fiere del Borgo erano proprio le palline a scacchi piene di segatura e appese a un elastico. Il sabato sera, quando la manifestazione giungeva all’epilogo, era il momento clou per concludere gli affari.

fiere mezza quaresima
Un'edizione recente delle Fiere di Mezzaquaresima

Le Fiere oggi

Ancora adesso, le bancarelle classiche occupano il centro storico e fuori dalle mura vi sono auto, moto, prodotti per l’edilizia, comparto agricoltura a Porta del Ponte dove c’erano le giostre e anche artigianato a Porta Fiorentina. Sì, perché un tempo i benefici delle fiere non erano soltanto economici ma anche culturali: chi veniva per l’occasione a Sansepolcro, frequentava le botteghe aperte dei tanti artigiani presenti e questo fatto aveva generato un autentico travaso di saperi.

Dall’altra parte del centro storico, a Porta Romana, c’è il punto di riferimento per hobbisti e collezionisti, mentre piazza Torre di Berta è diventata “Piazza del Gusto”: se un tempo qui si concentravano i venditori di piatti e bicchieri, in ultimo vi sono le specialità culinarie locali e di tutta Italia che riempiono il piatto.

Fra le curiosità legate alle Fiere di Mezzaquaresima, il cui periodo di svolgimento oscilla dal 4 marzo fino al 14 aprile per questione di cicli lunari, quella più nota riguarda le condizioni atmosferiche, notoriamente avverse il primo giorno, quasi come se la pioggia del giovedì fosse oramai diventata il segreto del successo; in effetti, ricordiamo acqua e persino puntate di neve anche ai primi di aprile, come sole e bel tempo in altre circostanze, vedi l’edizione 2011 con circa 30 gradi nella giornata di sabato 9 aprile. Ma quando l’avvicinarsi della data è accompagnato da evoluzioni meteo in negativo, la conclusione di ogni borghese è scontata: “Che vuoi? Giovedì iniziano le Fiere”.

Le novità del 2024

A causa dei lavori che interessano il lato di sinistra di viale Vittorio Veneto per chi procede verso la stazione ferroviaria, quest’anno le sezioni espositive ubicate negli spazi divenuti inagibili verranno concentrate nel parcheggio a pagamento di inizio viale: stiamo parlando del settore “edilizia, casa e servizi”, con lieve spostamento di auto, moto e veicoli industriali verso la strada. Per effetto dell’indisponibilità logistica, vi sarà un numero inferiore (seppure contenuto) di aziende.

Poco fuori dell’arco di Porta Fiorentina e in entrambi i lati, invece, alloggeranno gli stand dell’artigianato; area mercatale sempre a Porta Fiorentina, agricoltura e giardinaggio a Porta del Ponte, hobbistica e collezionismo a Porta Romana e specialità culinarie locali e nazionali in piazza Torre di Berta, ribattezzata “Piazza del Gusto”. Per il resto, bancarelle tradizionali in via XX Settembre, via Niccolò Aggiunti, via Matteotti e viale Armando Diaz, per un totale di operatori che oscillerà intorno ai 250. 

Speriamo infine, giovedì 14, di ritrovare gli animali al Foro Boario dopo la manifestazione di protesta del 2023 da parte degli allevatori dei bovini di razza Chianina: senza la Fiera del Bestiame, la manifestazione perderebbe la sua essenza.

Una scolaresca alla Fiera del Bestiame 2018
Una scolaresca alla Fiera del Bestiame 2018

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Bestiame e fichi secchi gli antichi cardini di un evento secolare e ancora oggi simbolo della vocazione commerciale di Sansepolcro