Festa della donna: una giornata per riflettere sulle conquiste sociali ma anche sulle discriminazioni e sulla lotta alle violenze

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07 Marzo 2018

Donna: cosa significa essere donna? E perché l’individuo femminile della specie umana necessita di una giornata a lei dedicata? La “festa della donna”, o più precisamente “Giornata internazionale della donna” non è il pretesto per regalare mimose e rose rosse a tutte le donne, quelli sono cadeaux che possono far piacere alla femminilità che c’è in ognuna di noi, ma non è quello il significato di questo giorno. La data dell’8 marzo venne ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite come giornata dedicata alla donna nel 1975, due anni dopo, l’Assemblea Generale dell’ONU adottò una risoluzione proclamando una Giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale, a riconoscimento del ruolo della donna negli sforzi di pace e di porre fine ad ogni tipo di discriminazione.

Inoltre, in questa giornata si ricordano le conquiste sociali e politiche delle donne, la lotta contro le discriminazioni e le violenze, ma serve anche per far riflettere sulle condizioni di lavoro delle donne e le diseguaglianze tra uomo e donna. Da non credere che in un unico corpo possano coesistere tante figure, quella di donna, mamma, amante, di amica o sorella, lavoratrice e casalinga, intrattenitrice, economista domestica e imprenditrice. Ma non tutte le donne sono così, ed è proprio questo il risultato che il genere femminile deve raggiungere. Ovvero, le donne possono saper fare molto, moltissimo, come da sempre la storia ci insegna portandoci esempi di donne temerarie e caparbie, ma oggi è importante lottare anche per la semplicità di essere ciò che siamo, senza dover strafare e senza dover pretendere di essere perfette in tutto e per tutto.

Non è una presunzione chiedere di essere amate per la nostra semplicità e non per quello che di immenso riusciamo a dimostrare. Non è assurdo chiedere una carezza anche e soprattutto quando siamo stanche, fragili, essere considerate belle anche senza tacchi alti e reggiseni abbondanti. Non deve essere una gara a chi è più femmina, perché diciamoci la verità, è ancora forte l’arrivismo dentro molte di noi, ma non possiamo chiedere rispetto al genere maschile se prima non lo abbiamo per noi stesse, se siamo noi a colpevolizzare le altre donne e quella che c’è dentro di noi. L’8 marzo si celebra la Venere che c’è in ogni donna, con tutto ciò che ne consegue, perché il risultato più grande sarà quello di celebrare questo giorno senza dover dare troppe spiegazioni. 

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