Ex Fcu, Chianella: "La ferrovia non è stata chiusa, è stato solo sospeso l'esercizio commerciale per rinnovarla"

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19 Ottobre 2017

Durante la seduta odierna del Consiglio regionale dedicata alle interrogazioni a risposta immediata, il consigliere regionale Claudio Ricci (RP) ha chiesto di conoscere la “situazione dello stato tecnico economico della manutenzione della ex Fcu, se la Regione Umbria, nel quadro concessorio con Rfi, sta elaborando un progetto di riqualificazione infrastrutturale e valorizzazione dell’ex Fcu e con quali tempi di progettazione e attuazione”.

L’interrogazione La Ferrovia Centrale Umbra, come ha affermato Ricci, è stata chiusa “per mancata manutenzione ordinaria e straordinaria”. Una chiusura, continua il consigliere, avvenuta “dopo cento anni di storia con evidenti responsabilità tecniche e politico-istituzionali che avrebbero dovuto determinare le dimissioni di coloro che aveano responsabilità in proposito”. Per Ricci bisognerebbe lavorare anche sotto l’aspetto ‘socio culturale e turistico’, includendo anche l’ipotesi di utilizzare convogli Tram-Treni. Dopo l’atto concessorio con Rfi di 51 milioni di euro, la Ferrovia doveva dare propulsione operativa ad un programma di manutenzione e sviluppo strategico dell’infrastruttura”.

Chianella Nella sua risposta l’assessore ai Trasporti, Giuseppe Chianella ha precisato che “la Fcu non è stata chiusa, ma è stato sospeso l’esercizio commerciale. Il trasporto viene erogato attraverso servizi sostitutivi in atto dalla metà di settembre. È nostra intenzione – ha aggiunto Chianella – trasferire sotto l’egida di Rfi la gestione della stessa infrastruttura. Questo è oggi possibile grazie all’emanazione di un decreto dell’aprile scorso, convertito poi in legge il 21 giugno che individua in Rfi il soggetto titolato a rilevare queste ferrovie regionali interconnesse. Una legge resa possibile anche grazie al lavoro delle Regioni, compresa l’Umbria, nei tavoli nazionali per la definizione di un quadro più certo circa il trasferimento della concessione, oggi in capo ad Umbria Mobilità”.

Trasferimento utile Il trasferimento a Rfi, ha ribadito l’assessore, è “utile perché rappresenta l’eccellenza rispetto alla gestione delle infrastrutture ferroviarie, ma anche perché con la modifica del quadro normativo, che vede l’ingresso di Asf nel controllo tecnico di ogni attività di trasporto ferroviario, finalizzato alla sicurezza. E visto che sono state introdotte norme tecniche sempre più specialistiche sulle ferrovie interconnesse, riteniamo che la nostra azienda avrebbe dei limiti gestionali difficilmente colmabili. Rfi ha delle economie di scala che Umbria Mobilità non avrebbe. Come pure dispone di mezzi particolarmente sofisticati come il treno diagnostico ‘Talete’ che ha percorso la nostra infrastruttura nei primi giorni di questo mese”.

Studio Sulla valorizzazione dell’infrastruttura a fini socio-culturali e turistici, per Chianella la Regione “ha dato vita ad uno studio con l’Università di Perugia basato sulla valorizzazione delle stazioni, oltre che della infrastruttura nel suo complesso anche a fini turistici. Questo studio verrà messo a disposizione di Rfi e BusItalia che gestisce l’esercizio, affinché tutto ciò possa essere realizzato in un tempo da valutare”.

Rinnovo materiale rotabile Sull’ipotesi dell’utilizzo dei tram/treni, ha reso noto il titolare dei Trasporti, “nella stesura del Piano dei trasporti non è esclusa questa ipotesi, anche se, in merito, non esistono grandi esperienze in Italia. Stiamo invece cercando di utilizzare una opportunità molto importante, dettata da norme europee, che permetterebbe di rinnovare totalmente il materiale rotabile in pochi anni, attraverso un rapporto con l’azienda che gestisce i servizi, utilizzando l’estensione dello stesso contratto. Stiamo valutando questa situazione sia con Trenitalia che Busitalia”.

Replica Ricci, nella replica, si è dichiarato “non soddisfatto” della risposta dell’assessore. “Contano i risultati e questi non ci sono. È mancata la programmazione della manutenzione ordinaria e straordinaria. La verità è che la Fcu è chiusa ed i treni non passano. Sulla valorizzazione dell’infrastruttura, l’Umbria avrebbe dovuto incidere di più sul Governo per ottenere maggiori risorse”.

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