Dissequestrata l'area dell'invaso di Montedoglio interessata dal crollo del 2010. Ora si procede con l'Iter per la ricostruzione.

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03 Dicembre 2018

Caso Montedoglio, sembra che siamo davvero alla svolta: tolti i sigilli sul muro di sfioro semidistrutto nel dicembre 2010, è ora il momento dei commenti, a cominciare da quello di un soddisfatto Domenico Caprini, presidente dell’Ente Acque Umbro Toscano, che sottolinea il completamento anche dell’ultimo tassello giudiziario con il dissequestro dell’invaso.

Ora – ha affermato Caprini - si potrà davvero procedere con l’iter relativo alla ricostruzione del muro crollato: l’ordine di servizio nei confronti di Impregilo Salini è già pronto, quindi a giorni gli uffici lo faranno recapitare al destinatario; l’azienda, a quel punto, avrà 30 giorni di tempo dal momento della notifica per esprimersi in un parere positivo o negativo”.

Per il resto il procedimento è oramai noto: se l’impresa dirà di sì, sarà trovato l’accordo per l’inizio immediato dell’intervento, in caso di diniego sarà necessario fare una nuova gara in danno e i tempi inevitabilmente si allungheranno. Il presidente dell’Eaut ha anche rimarcato che “nell’appalto che sarà dato per la ricostruzione del muro è compreso pure lo smaltimento di tutta la parte vecchia”. Saranno dunque ricostruiti tutti i cinque conci che formano la paratia di sfioro dell’invaso di Montedoglio per un totale di circa 80 metri. E sulla questione si registra anche un’uscita pubblica del Movimento 5 Stelle, il quale fa notare che da quel maledetto 29 dicembre 2010 “si sono susseguiti inutilmente ben cinque governi (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni), svariate dichiarazioni del presidente della regione Enrico Rossi che ha praticamente promesso l’imminente avvio dei lavori ogni anno e grandi disagi per l’economia del territorio”. I pentastellati ricordano di aver seguito la vicenda con attenzione in questi mesi anche con ispezioni sul posto assieme a propri parlamentari e consiglieri regionali e mettono in evidenza l’attivismo dell’attuale governo nazionale, che ha sbloccato i 6 milioni e mezzo circa necessari.  

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