Cronaca Sansepolcro SOS una strada per Francesco

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10 Maggio 2017
ttv

Una situazione paradossale: un eremo francescano notissimo in Italia e fuori come Montecasale rischia di restare isolato per via di una strada che lo collega a Sansepolcro e che è abbandonata da anni.

A evidenziare il degrado dell’arteria sono padre Francesco, che è il Padre Guardiano del convento, e Davide Ricci, che gestisce l’Accoglienza Francescana di Montecasale.

Siamo andati a trovarli e abbiamo verificato di persona i molteplici rischi e disagi che devono affrontare i tantissimi pellegrini, non solo religiosi, che si recano all’eremo. Si parla di 1500 pernotti l’estate scorsa e di 10mila persone circa che sono transitate nello stesso periodo in quel luogo così suggestivo e mistico. Ma la strada è completamente dissestata a causa di una manutenzione assente da tanto tempo: l’asfalto è stato eroso dalle infiltrazioni d’acqua sottostanti, che hanno fatto scivolare la terra battuta sotto l’asfalto stesso, provocando una lenta ma inesorabile discesa del manto stradale nei burroni e nelle scarpate che fiancheggiano la carreggiata. I pendii che sull’altro lato delimitano la strada sono calcarei e dunque predisposti alle frane e agli smottamenti: andrebbero avvolti in reti di contenimento che invece non sono mai state allestite. Questo provoca il continuo scendere dall’alto, centimetro dopo centimetro, di lastroni di calcare che tendono a invadere la sede stradale e a trascinarla di sotto.

Un vero disastro, cui si aggiungono i parapetti e i guard rail in legno lasciati marcire nel corso degli anni, così come nessuno ha messo mano per un minimo di manutenzione alla protezione in ferro e legno che per un lungo tratto ancora oggi separa gli utenti della strada dal burrone, unico baluardo contro smottamenti che comunque con questo andazzo si renderanno inevitabili. Transenne che dovevano essere provvisorie e che sono diventate definitive, nastri bianchi e rossi di plastica che delimitano le zone più a rischio ma che ovviamente non offrono alcuna sicurezza, superficie stradale sbriciolata oppure ormai scivolata nel burrone: insomma, una serie di problemi che il tempo e l’incuria hanno ingigantito. E pensare che politici e pubblici amministratori si riempiono la bocca con parole come ”turismo religioso”, “salvaguardia ambientale” o “valorizzazione delle risorse del territorio”.

Ma neppure dopo la tempesta di vento del 5 marzo nessuno si è degnato di andare a verificare la situazione di monte casale, tant’è vero che i quattro anziani frati che abitano nell’eremo sono rimasti quindici giorni senza luce, senza telefono e senza riscaldamento a causa dell’abbandono più totale. Un’autentica vergogna che – è davvero il caso di dirlo – grida vendetta davanti a Dio.

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