Coronavirus: sorveglianza attiva per i contatti delle persone contagiate, ecco di cosa si tratta

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16 Marzo 2020

Il numero dei contagiati è alto e i posti negli ospedali devono essere riservati ai casi più seri dunque il ministero della salute ha stabilito che a un caso probabile o confermato deve essere applicata la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per quattordici giorni.

Questi giorni sono necessari perché il periodo di incubazione, ovvero, il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici, si stima attualmente che vari fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni (periodo massimo di incubazione).

Il personale del Servizio di igiene pubblica della Asl di competenza prende in carico la persona e la segue, fornendo disposizioni di comportamento a cui il soggetto deve attenersi. Le persone che si trovano nel periodo di quarantena vengono chiamate tutti i giorni dagli operatori, i quali rivolgono loro delle domande circa la condizione di salute attuale, i cambiamenti rispetto al loro stato di salute iniziale, qualora ci fossero, e di misurare la temperatura corporea. Inoltre ricordano loro di rimanere in casa di non avere nessun tipo di contatto sociale e che siano raggiungibili per le attività di sorveglianza. Se la persona in isolamento inizia a mostrare sintomi, viene eseguito un primo tampone per verificarne la positività, se la situazione è grave la persona viene portata in un reparto di isolamento in ospedale per le conseguenti cure del caso. I vigili urbani hanno il compito di consegnare un’ordinanza che sancisce anche dal punto di vista legale l’obbligo a stare nel proprio domicilio e sono perciò previsti provvedimenti di natura giuridica per chi viola tale periodo.

 

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