Centri per i disturbi alimentari, dal ministro rassicurazione sui fondi

Con la psichiatra Dalla Ragione il punto sugli scenari futuri a fronte dello stop alle risorse straordinarie

10 Febbraio 2024
centro disturbi cura comportamento alimentare Umbertide

Il Centro per la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare e del Peso di Umbertide

Nel 2022 il governo Draghi ha istituito un fondo straordinario per il contrasto e la cura dei disturbi alimentari e della nutrizione, finanziato con un totale di 25 milioni di euro per due anni, risorse che nel biennio si sono rivelate importanti per aggiornare i Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) e permettere alle regioni di aprire nuovi ambulatori, organizzare servizi, assumere professionisti (più di 700 in tutta Italia) e garantire continuità assistenziale alle persone in cura.

La legge di bilancio varata nel 2023 non ha però rinnovato il contributo finanziario istituito dal precedente governo per contrastare il fenomeno e, a causa del mancato rinnovo, si stima potrebbero essere colpiti all’incirca 122 mila ragazzi in età evolutiva. Questa decisione ha naturalmente scatenato la preoccupazione e il parere contrario di pazienti, famiglie, sanitari e professionisti che lo scorso  gennaio sono scesi in molte piazze italiane per rivendicare il diritto alla salute e all’assistenza.

Sulla scia del malcontento generale non è tardato ad arrivare l’annuncio del Ministro della salute Orazio Schillaci che, rispondendo ad un’interrogazione nel corso del Question Time alla Camera sulle iniziative per assicurare adeguate risorse al fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, ha dichiarato quanto segue:

Ho deciso, con un emendamento al decreto Milleproroghe, di mettere a disposizione del fondo straordinario un fondo pari a 10 milioni di euro per il 2024. Resta fermo che, con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario e dell’ulteriore aggiornamento dei Lea, sarà garantita la piena copertura finanziaria in modo strutturale per l’erogazione delle prestazioni a beneficio di tutti i pazienti affetti da DCA rendendo di fatto non necessario un qualsivoglia fondo a carattere straordinario a carattere temporaneo che, finora, è stato sperimentato.”

Come precisato dallo stesso Ministro Schillaci nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera:

I fondi per i disturbi alimentari sono diventati strutturali, d’ora in poi ci saranno sempre. Non abbiamo ritenuto necessario intervenire con una somma straordinaria. Nel biennio 2022-2023 lo stanziamento è stato dichiaratamente temporaneo”.

Tale dichiarazione ha indubbiamente rassicurato chi, ogni giorno, lotta (in prima persona e non) contro le numerose problematiche correlate ai disturbi alimentari e della nutrizione. Infatti, come precisato dalla dottoressa Laura Dalla Ragione, psichiatra, psicoterapeuta e dirigente della Rete per i Disturbi del Comportamento Alimentare della Usl Umbria 1:

“Fortunatamente il Ministro Schillaci ha rinnovato i fondi per il 2025, utili per poter strutturare successivamente dei fondi annuali vincolati per ogni regione, proprio come già viene fatto per la sindrome dello spettro autistico e senza la necessità, quindi, di dover accedere a fondi straordinari. Questo è un risultato importante, essendo i DCA una patologia emergente che è aumentata tantissimo, da recenti stime si parla di circa 3 milioni di malati in Italia, 15 mila soltanto in Umbria, ma crediamo che questi numeri siano sottostimati. La nostra regione è all’avanguardia nel trattamento di queste patologie, ma purtroppo in Italia non tutte le regioni sono come la nostra, alcune non dispongono di centri specializzati nella cura dei disturbi del comportamento alimentare.

Quanto dichiarato dal Ministro Schillaci può farci ritenere, quindi, soddisfatti: il punto non era il rinnovo del fondo, bensì arrivare alla consapevolezza che questa è una patologia psichiatrica in forte aumento, era necessaria una misura stabile e vincolata, credo che la risposta del Ministero della Salute sia la risposta più corretta perché così abbiamo la certezza di avere sempre a disposizione delle regioni una parte di risorse vincolate impiegabili esclusivamente per trattare tali disturbi, fondamentali per la sopravvivenza dei centri esistenti e l'assunzione di personale altamente qualificato e specializzato”. 

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Con la psichiatra Dalla Ragione il punto sugli scenari futuri a fronte dello stop alle risorse straordinarie