Casa della Salute: I Democratici per Cambiare fanno chiarezza e reputano il servizio fondamentale per la cittadinanza

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29 Marzo 2018

Anche i Democratici per Cambiare intervengono sulla prossima apertura della Casa della Salute di Sansepolcro, dimostrandosi favorevoli alla collocazione presso il Centro Commerciale Valtiberino e schierandosi contro le strumentalizzazioni politiche sollevate della opposizioni.

 

-Nota dei DPC- “Dopo l’incontro avvenuto lunedì 19 marzo con i vertici dell'azienda sanitaria è ancora più chiara l’importanza di istituire nel nostro territorio la casa della salute. Riteniamo che sia una struttura territoriale per definizione, quindi distaccata dall’ospedale, che garantisce l’accoglienza e la cura ai cittadini dalle 8 alle 20 tramite personale di studio, personale medico e infermieristico. Ci piacerebbe che fosse ubicata in un luogo pubblico già di proprietà della azienda sanitaria ma capiamo questa scelta cosa comporterebbe: aumenterebbero i tempi di realizzazione e i costi (se la scelta fosse sul distretto in Via Santi di Tito) dato che al momento non ci sono locali idonee ad accogliere dai 20 ai 25 uffici. L’esigenza, visto il pensionamento di alcuni medici, è di farla nei prossimi mesi per aumentare i servizi al cittadino e per non creare disservizi che altrimenti sarebbero quasi inevitabili. Dall’incontro è stato molto chiaro che tutte le spese (affitto, utenze e personale di segreteria) saranno a carico dei medici di medicina generale che da parte loro si sono già resi disponibili a tale servizio. La Asl pagherà ai medici l’organizzazione dei nuovi servizi clinico assistenziali come in ogni Casa della Salute. Si tratta pertanto di un nuovo servizio reso ai cittadini, senza costi per la nostra amministrazione. Riteniamo pertanto inutili e strumentali le polemiche sollevate in questi giorni da forze politiche di opposizione, che hanno diffuso notizie su costi e disservizi prive di fondamento. Questo è un cattivo modo di fare politica e servire i cittadini, come stigmatizzato anche dal direttore generale della ASL.”

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