Avis domenica la 63° giornata del donatore

di:
21 Settembre 2017

L’associazione volontari del sangue di Città di Castello raggiunge i 63 anni di attività in favore del prossimo ed in maniera del tutto anonima, come è quella della donazione del sangue che mai si sa poi a quale malato andrà. Un momento importante, ma per i dirigenti tutti, in particolare per il presidente Paolo Celestini e quello d’onore Antonio Gasperini, si tratta solo di aumentare gli sforzi per far sì che la cosiddetta crisi delle donazioni possa essere superata di slancio, ma anzi facendo progetti per avere un futuro ancor più radioso ed efficace. Però la sezione tifernate è assolutamente all’avanguardia e anche in questa annata ha una vivacità e un ricambio di circa 100 donatori tra i 18 e 30 anni su 1550 effettivi, perché come è obbligo di legge a 65 anni non si può donare più il sangue. Altra particolarità che deve essere sottolineata è il fatto che tra gli iscritti c’è una discreta presenza di stranieri di tutte le nazionalità a conferma di una società sempre più multiculturale e questa va considerata come un pregio. I dati parlano chiaro 1550 donatori effettivi, 2600 donazioni effettuate nell’ultimo anno e dopo il centro regionale di Perugia la sezione Avis di Città di castello è la prima, in proporzione ai soci nella donazione di sacche in plasmaferesi. Il lavoro di tutto il direttivo con in testa i vertici il presidente Paolo Celestini e quello onorario Antonio Gasperini è riuscire ad avere una media di due donazioni annue ad ogni socio e così si arriverebbe alla completa autosufficienza e spingere sempre più giovani generazioni, a partire dal mondo scolastico ad essere donatori effettivi. Giovani che debbono trovare l’esempio da chi riceverà un riconoscimento speciale, come il diploma con distintivo in oro con smeraldo per le oltre 100 donazioni, ed è Anselmo Massimo Zangarelli, oltre a lui saranno altri 175 i premiati. Il direttivo dell’Avis tifernate anche in occasione del sessantatreesimo ha lanciato il proprio messaggio che è quello di una continua opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul valore della donazione e del bene al prossimo. Tutto questo però arriva da un ottimo lavoro di squadra di tutto il direttivo che ha un ottimo rapporto con la sanità pubblica attraverso il direttore generale della Usl Umbria 1 Andrea Casciari ed il direttore di presidio Silvio Pasqui ed il centro trasfusionale diretto da Elisabetta Agea e la sua equipe. Non meno importante è il rapporto con l’amministrazione comunale e il sindaco Luciano Bacchetta.
Domenica 24 settembre quindi l’Avis di Città di Castello festeggia il suo 63° con un fitto programma che prevede alle 9 la messa solenne in cattedrale celebrata dal vescovo diocesano monsignor Domenico Cancian assieme al cappellano dell’Avis e anche donatore don Paolo Bruschi. Al termine si snoderà la sfilata per le vie cittadine e la deposizione di una corona d’alloro alla stele dei caduti in via Vittorio Veneto. Alle 10.30 invece la cerimonia protocollare nell’aula consiliare del Comune, alla presenza del sindaco Luciano Bacchetta, con il saluto delle autorità comprese quelle delle consorelle avisine. La prolusione scientifica è stata affidata al dottor Maurizio Cesari, direttore dell’area chirurgica dell’ospedale di Città di Castello. Al termine ci sarà la consegna delle benemerenze, cui seguirà il pranzo sociale.

Tags