In Altotevere centro nazionale per Aids

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02 Dicembre 2020

Si trova a Umbertide l’unico centro nazionale per il trattamento delle patologie derivanti da effetti collaterali delle cure in malati di Aids. La struttura, attiva da 5 anni, è diretta dal dottor Marino Cordellini. La percentuale di pazienti che arriva nel centro, da altre regioni, è di circa il 97%. I casi trattati negli ultimi cinque anni sono quantizzabili in circa 750.

I pazienti che vi afferiscono sono sottoposti a specifici trattamenti a secondo della complicanza che li colpisce: i grandi accumuli di tenacissimo tessuto fibro adiposo sono sottoposti ad asportazione miniinvasiva con combinazione di tecnologie ultrasoniche e pressioni negative. La rimozione, spesso di diversi litri di questo materiale, permette ai soggetti di riacquisire non solo una morfologia ma anche una funzionalità dei distretti interessati. Spesso i pazienti affetti da gibbo di bufalo non riescono ad eseguire i movimenti di rotazione e di flesso estensione del collo. Al contrario le atrofie dei tessuti molli e di tutta la muscolatura, anche di quella mimica del volto, vengono operate mediante il trapianto di cellule adipocitarie autologhe, prelevate non senza grandi difficoltà da altri distretti corporei. Questo al fine di ripristinare una normale morfologia dell’estremo cefalico che soprattutto eviti ai pazienti di essere individuati come malati di Aids.

Questa attività di chirurgia ricostruttiva, non certo meramente estetica, è condotta in maniera multidisciplinare in collegamento con i reparti di malattie infettive della nostra regione e di tutto il territorio nazionale.

L’Aids, secondo gli ultimi dati aggiornati al 2018 continua ad avere una incidenza del 4,7% di nuovi casi per 100 mila abitanti. Nella nostra regione vengono segnalati circa 50 nuovi casi l’anno, dato questo in corrispondenza con quelli nazionali, con l’85,6 % di maschi rispetto al 14,5% di femmine. La fascia di età più colpita è stata quella tra 25 e 29 anni (11,8 nuovi casi ogni 100 mila abitanti), segue poi la fascia 30-39 anni. La causa di contagio è attribuibile per il 80,2 % di tutte le segnalazioni a rapporti sessuali non protetti, in particolare nel 41,2 si tratta di rapporti eterosessuali.

In oltre il 57,1% dei casi la malattia è stata diagnosticata in fase avanzata. Pur essendo l’incidenza della infezione da Aids in lieve costante diminuzione, i decessi nel mondo per questa patologia nel 2018 sono stati 770 mila (Global Aids Update 2019). Il tasso di riduzione della mortalità a livello mondiale è stagnante. I farmaci che contribuiscono a ridurre l’incidenza della mortalità presentano degli effetti collaterali sulle strutture muscolari e sui tessuti molli in generale, che rendono i pazienti facilmente riconoscibili e discriminabile sul lavoro e nei vari aspetti della vita di relazione.

Questi effetti collaterali si manifestano in modo diverso: si può verificare ad esempio accumulo di importanti quantità di tessuto fibro-adiposo nei più disparati distretti corporei, con la sede più frequente che è a livello della parete posteriore del collo (Buffalo Hump). Al contrario si può manifestare una atrofia spiccatissima dei muscoli e dei tessuti molli sottocutanei con ad esempio il volto di questi giovani pazienti che diviene profondamente scavato assumendo la maschera del grande attore Eduardo de Filippo. Queste alterazioni corporee modificano profondamente l’aspetto di questi pazienti che divengono facilmente identificabili come malati di Aids.

 

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