Amarcord Sansepolcro, trent’anni fa il ritorno in Serie D dopo 12 anni

In nove anni, cinque campionati vinti e risalita completata dalla Terza Categoria con il Gruppo Sportivo Borgo. Nella domenica successiva, quella della festa, il passaggio dello stadio Buitoni all’amministrazione comunale

02 Maggio 2024
sansepolcro 1994

Il Sansepolcro 1993/94. In piedi da sinistra: Fabio Fraschetti (allenatore), Michele Tardioli, Marco Carbonaro, Giorgio Falasconi, Simone Baglioni, Mirco Barbetta, Daniele Carrusci, Giulio Franceschini, Mirco Lozzi. Accosciati da sinistra: Marcello Bruschi, Marco Rossi, Giorgio Lacrimini, Andrea Barculli, Andrea Testamigna, Stefano Biscarini, Enrico Falasconi, Emilio Mattei (massaggiatore), Marco Santi. Mancano nella foto: Paolo Betani, Lorenzo Comanducci, Perica Kraljevic e Luca Pennacchini

Appena un mese fa, alcune delle vecchie glorie bianconere hanno festeggiato i 45 anni dalla storica promozione in Serie C2, ma esattamente 30 anni fa – il 1° maggio del 1994, domenica tristemente passata alla storia dello sport mondiale per la morte a Imola del grande Ayrton Senna – in quello stesso pomeriggio di caldo semi-estivo il Sansepolcro tornava in Serie D dopo un purgatorio durato dodici anni. La retrocessione dalla C2, quella immediata dall’Interregionale, gli zero punti in classifica nel campionato di Promozione toscana (primato negativo che poi è stato più volte eguagliato) e le ulteriori discese di categoria portarono al fallimento della vecchia Unione Sportiva Sansepolcro; nel frattempo, dal 1978 era in attività il Gruppo Sportivo Borgo, la società che avrebbe raccolto l’eredità del calcio in città e che nei primi anni aveva svolto attività soltanto a livello giovanile per poi iscriversi al campionato di Terza Categoria aretina.

Il primo passo verso la risalita era stato compiuto nel 1985, con la vittoria appunto nella più inferiore delle serie calcistiche; due anni in Seconda Categoria e poi nel 1987 il salto in Prima, dove la squadra è rimasta una sola annata perché - grazie agli spareggi fra le seconde classificate dei vari gironi toscani – nel giugno del 1988 il raggiungimento della Promozione era cosa fatta. Un biennio non facile, concluso comunque con la salvezza, poi nella terza stagione in Promozione viene allestito un organico competitivo con gli arrivi di Giulio Franceschini in attacco, di Alessandro Gualdani in difesa, di Massimo Curti a centrocampo e di Massimiliano Aristei in porta, che si aggiungono ai confermati Alessandro Quagliaroli, Marco Bettelli, Marcello Bruschi e Giorgio Lacrimini.

Ottima la partenza, amaro l’epilogo: ci sono quattro posti a disposizione per salire nel nuovo campionato di Eccellenza regionale, ma il Sansepolcro si classifica quinto dietro Sangiovannese, Foiano, Grassina e Staggia. Siamo nel 1991 è in quella estate la società del presidente Pasquale Senesi, grande artefice di questa risalita assieme ai suoi collaboratori, decide di iscriversi al Comitato Regionale Umbro; il titolo sportivo è quello della Promozione, che la squadra affidata al tecnico Fabio Fraschetti riesce a vincere dopo un lungo testa a testa con la Nestor Marsciano, risolto per un solo punto in favore dei bianconeri, che per la prima volta disputano i derby contro Selci Nardi, Lama, San Secondo e Pierantonio. Tranquilla salvezza il primo anno in Eccellenza, mentre nel secondo l’obiettivo è dichiarato: puntare al ritorno in D.

Viene ingaggiato il direttore sportivo Marco Scarpelloni (protagonista del “miracolo” Ellera), il quale si garantisce subito un pezzo da novanta, portandosi appresso dalla Tiberis di Umbertide il portiere Michele Tardioli, che arriverà in seguito fino alla Serie A con il Perugia. L’attacco, che già può contare su Giulio Franceschini, viene potenziato con l’arrivo di Paolo Betani dal Città di Castello e sempre dalla sponda tifernate ecco l’esterno sinistro Stefano Biscarini, il cui ruolo si chiamava allora terzino fluidificante. Pochi aggiustamenti, ma efficaci, all’interno di un blocco che comprende “cardini” della squadra presenti anche nelle categorie inferiori: Marco Rossi, Giorgio Lacrimini, Marcello Bruschi, Marco Carbonaro, Simone Baglioni, Luca Pennacchini e i giovani Andrea Testamigna, Daniele Carrusci, Andrea Barculli, Lorenzo Comanducci e Giorgio Falasconi, titolare nelle mansioni di libero. Ci sarà spazio anche per Mirco Lozzi ed Enrico Falconi, mentre Marco Santi è la riserva di Tardioli, anche se l’ultima giornata, nel finale, andrà fra i pali Roberto Borsi, 40enne preparatore dei portieri. Dopo il grave infortunio dell’anno precedente, è di nuovo disponibile anche il primo “storico” straniero del Sansepolcro: il centrocampista croato Perica Kraljevic, ma di un altro uomo in mezzo c’è bisogno per rendere più solido il gruppo; due giornate e arriva Mirco Barbetta, giocatore con un passato in C. Si infortunerà seriamente anche lui a inizio della fase di ritorno; il suo contributo rimarrà ugualmente prezioso.

Fra le favorite d’obbligo di quel campionato, c’è l’Orvietana di Carmelo Bagnato, neopromossa con numeri da record (55 punti su 60 nel torneo di Promozione) e alla fine la squadra biancorossa si piazzerà seconda, anche se per larga parte del campionato la vera avversaria dei bianconeri sarà il Valfabbrica. L’inizio del campionato non è certo dei migliori: sconfitta in casa per 0-1 ad opera del Deruta, che passa al 90’ su punizione, ma da quel momento i bianconeri di mister Fabio Fraschetti saranno l’esempio della regolarità, totalizzando 43 punti in 29 gare (ancora la vittoria ne assegnava 2) che significano “zero” nella vecchia media inglese e perdendo – seppure con il pesante passivo di 0-5 – una sola partita, quella del “Muzi” contro l’Orvietana, compagine dal gioco più spettacolare ma meno redditizio. Non a caso, il Sansepolcro chiude quel trionfale campionato con 4 punti di vantaggio sull’Orvietana: a parità di vittorie (15 ciascuna), fanno la differenza i 13 pareggi del Sansepolcro contro i 9 dell’Orvietana, che poi salirà ugualmente in D.

Franceschini e Betani, a turno, trascineranno con i loro gol il Sansepolcro: determinante, a suo modo il pareggio strappato al 92’ sul campo di Deruta alla prima di ritorno, così come il 2-0 di Campitello e le vittorie casalinghe, ma soprattutto la già ricordata regolarità nei risultati. Si arriva così al 1° maggio del 1994, penultima di campionato e con il Sansepolcro a +4 sull’Orvietana. I bianconeri, ai quali basta un pareggio, sono di scena allo stadio “Calisto” di un paese, La Bruna di Castel Ritaldi, che si trova a circa dieci chilometri di distanza da Spoleto. Due minuti dal via e Betani va subito a segno su punizione per il Borgo: i locali, che si salveranno nel turno conclusivo, pareggiano prima del riposo e la ripresa si trasforma pian piano in una sorta di lento avvicinamento al triplice fischio finale, che sancisce il ritorno del Sansepolcro in Serie D, categoria nella quale rimarrà per un periodo record di 24 campionati consecutivi.

Nove anni prima, nel 1985, il Borgo era ancora in Terza Categoria; ora ha risalito tutti i gradini. Entusiasmo nel dopopartita, ma la vera festa è quella programmata per la domenica successiva al Buitoni: spalti imbandierati, giocatori che nella fase di riscaldamento indossano le parrucche e partita che prende il via con il Torgiano, ultima avversaria, che sblocca il risultato; la reazione è immediata e già al riposo il Sansepolcro è avanti, poi dilagherà fino al 5-1 finale. La festa proseguirà in città, ma in quell’8 maggio 1994 si consumerà un altro evento significativo, anch’esso di ricorrenza trentennale a giorni: il passaggio dello stadio Buitoni all’amministrazione comunale. Nell’intervallo fra i due tempi della partita, il dottor Saverio Ripa di Meana, dirigente Nestlè, consegna simbolicamente le chiavi dell’impianto al sindaco Luigino Sarti. Da quel momento, il “tempio” del calcio biturgense assume la denominazione di “stadio comunale Buitoni”.

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In nove anni, cinque campionati vinti e risalita completata dalla Terza Categoria con il Gruppo Sportivo Borgo. Nella domenica successiva, quella della festa, il passaggio dello stadio Buitoni all’amministrazione comunale