Ungulati così la Regione Toscana combatte l'emergenza

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10 Maggio 2017
ttv

Diminuire la densità di cinghiali, caprioli, daini e cervi sul territorio regionale toscano, specie in quelle aree dove la loro presenza crea gravi problemi al mantenimento dell'equilibrio naturale del territorio, alle coltivazioni e alla sicurezza sulle strade: è questo lo scopo primario della proposta di legge sull'emergenza ungulati che va ora all'approvazione della giunta regionale di Firenze.

Lo spirito annunciato della legge è quello di tutelare concretamente l'agricoltura e l'equilibrio ambientale del territorio. I danni alle coltivazioni agricole provocate dalla presenza sovradimensionata degli ungulati non sono considerate più tollerabili. La crescita esponenziale della presenza di ungulati è tale che il disequilibrio dei sistemi locali, se non si interviene, è destinato ad aumentare. La proposta di legge si pone a monte di un'azione programmata che dovrà essere seria, ben regolamentata e limitata nel tempo. La legge sarà continuamente monitorata sia perché possa essere applicata nel migliore dei modi sia per limitare al massimo gli effetti indesiderati.

La Toscana ha una densità record per il numero di ungulati ogni chilometro quadrato, che ne fanno la regione europea con il maggior numero di ungulati, inferiore solo ad alcune zone dell'Austria. Sono stimati in Toscana infatti circa 200.000 caprioli, altrettanti cinghiali, 8.000 daini e 4.000 cervi. Ciò è dovuto anche alla particolare conformazione del territorio, coperto da boschi e foreste per il 60%, nonché alla qualità ambientale particolarmente favorevole per la fauna e in particolare per gli ungulati. La legge introdurrà una revisione generale della normativa vigente e, nell'ambito di questa, delle aree vocate e di quelle non vocate. All'interno delle aree non vocate si collocheranno le zone considerate più problematiche. Queste ultime potranno essere gestite con forme di caccia di selezione per tutte le specie interessate e per un periodo ampio del calendario. Sarà data la possibilità agli agricoltori di poter gestire le catture sul proprio fondo. La nuova normativa avrà validità limitata nel tempo, tre anni, per permettere di verificare i risultati ottenuti. In questo periodo sarà tenuta sotto controllo la densità di ungulati in zone campione così come l'incidenza dei danni. Sarà prevista anche una serie di azioni di valorizzazione delle carni selvatiche: la legge creerà i presupposti per la creazione di una filiera per la commercializzazione di una parte almeno delle carni di selvatici, molto richieste dal mercato. La carne, frutto dell'attività di selezione, sarà utilizzata anche per azioni di solidarietà sociale.

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