"Tutto nel mondo è burla" il Falstaff di Verdi raccontato da Michele Casini

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10 Maggio 2017
ttv

"Tutto nel mondo è burla". Burla, un inganno lieve: e quindi, al posto di matta gelosia e atroci vendette, ecco una bella risata. L'umorismo è il motore che muove Falstaff, questo capolavoro, epigono della produzione verdiana, che ci lascia con un palmo di naso: abituati a  dilanianti sofferenze, privazioni, delitti d'amore e indomite passioni, ecco che il Cigno di Busseto sigilla la sua brillante carriera artistica con il lieto fine. Siamo nel 1893 - il compositore ha ottant’anni - e questa è la prima opera buffa di Verdi. (Eccezion fatta per il lavoro giovanile e poco riuscito “Un giorno di regno” del 1840).
Prima e unica. Unica per l'argomento comico, appunto, e unica per lo spirito che la anima. Lo spettacolo degli affanni umani, le corse, i travestimenti, le "scornate" e le "corna", tutto è visto dall'alto,  osservato con disincanto, senza partecipazione, attraverso un cannocchiale rovesciato, tanto che la stessa piccolezza dei protagonisti produce un effetto comico. Falstaff è tratto da Shakespeare, dalla prima e seconda parte dell' Enrico IV e da Le allegre comari di Windsor; Sir John Falstaff (che compare nell'Enrico IV e pure nell' Enrico V) è un personaggio che raggiunge un suo spessore particolare proprio nella versione operistica, grazie a Verdi, certo, ma anche grazie ad Arrigo Boito, il librettista. Un personaggio tipo, con un forte valore simbolico, con sue precise e forti caratteristiche, al centro di una girandola di eventi farseschi, comici, grotteschi, sentimentali, ironici e fantastici: una giostra che Giuseppe Verdi e Arrigo Boito insieme creano per un caso irripetibile nella storia dell’opera lirica. Falstaff  è un'opera nuova non solo per il contenuto, ma anche per il linguaggio musicale: anche in questo senso siamo al punto d'arrivo - vertice supremo di arte compositiva - del percorso verdiano. La Prima alla Scala di Milano, il 9 febbraio del 1893, fu un avvenimento nazionale: un trionfo (nonostante la perplessità e la sorpresa) con venti minuti di applausi, due bis, sette chiamate finali. Un anticipo dello straordinario successo di cui godrà negli anni a venire. Di questa splendida vicenda operistica Michele Casini parlerà per Laboratori Permanenti nel primo incontro di un nuovi ciclo degli incontri sulla musica, domenica 13 marzo alle 17.30 a Sansepolcro al Teatro alla Misericordia: come di consueto, la conferenza-spettacolo alternerà alla narrazioni spezzoni filmati tratti da spettacoli allestiti nei più importanti teatri d’opera del mondo.

 

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