Sestino, continuano lavori al metanodotto

di:
10 Maggio 2017
ttv

Tra meno di una manciata di giorni sarà un mese esatto dal terribile scoppio del metanodotto in località Belvedere, a Sestino. Il lavoro da parte di Snam è già iniziato e per ciò che riguarda il ripristino del servizio, l'intervento è già stato ultimato: gli abitanti della frazione di Ponte Presale e quelli del Comune di Badia Tedalda non attingono più ai carri bombolai. La vecchia tubazione danneggiata è stata rimossa e sostituita con una completamente nuova: il tutto per un tratto di circa 36 metri e dal diametro di 27 pollici. Lo scavo, però, non si è limitato esclusivamente al luogo dello scoppio, bensì è andato oltre: infatti, per fare in modo che la tubazione si "amalgami" correttamente con il terreno, sono state addolcite le sue inclinazioni. In pratica non presenta più una brusca discesa come era nel momento dell'esplosione, ma il tutto è molto più lineare. Dopo il dissequestro da parte della Procura di Arezzo, gli operai possono lavorare in tutta tranquillità nonostante qualche curioso è sempre dietro l'angolo ad assistere all'intervento. Prima di riattivare la fornitura di metano la condotta è stata nuovamente collaudata: l'intenzione dell'azienda – da quanto si apprende – è un po' quella di controllare tutto il metanodotto che collega Rimini a Sansepolcro. L'attenzione è per lo più focalizzata sul tratto appenninico dove ci possono essere delle complicanze anche dal punto di vista idrogeologico sui terreni attraversati. Attualmente della condotta esplosa non vi è più traccia: mercoledì un autotreno si è recato sul posto caricando le parti danneggiate. L'immagine in questo momento non è certamente delle migliori a colpo d'occhio, poiché assistiamo a dei terreni completamente aperti: questo, come abbiamo già detto, servirà proprio per un assestamento completo della tubazione sul terreno. Si attende anche l'installazione degli appositi sensori in grado di rilevare strani movimenti del suolo: tutto ciò dovrebbe avvenire poco prima della chiusura dello sterro. Seppure sia oramai passato diverso tempo la paura tra gli abitanti è ancora tanta: l'orologio non segnava ancora le 5 di giovedì 19 novembre quando un forte boato è stato udito a chilometri di distanza. I tecnici incaricati dalla Procura stanno comunque elaborando tutti i dati raccolti sul posto nella mattina di sabato 28 novembre, prima di consegnare la perizia dettagliata: proprio da qui dovrà emergere la reale causa della deflagrazione. La speranza è quella di sapere qualcosa il prima possibile.

Tags