RIAPERTE LO SCORSO 24 DICEMBRE LE SALE DEL MUSEO CIVICO DI SANSEPOLCRO

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10 Maggio 2017
ttv

Nei giorni scorsi i lavori di consolidamento sismico che si stanno svolgendo al museo civico di Sansepolcro hanno costretto la direzione alla chiusura per un breve periodo della sala della Resurrezione, anch’essa oggetto di restauro (il museo è rimasto aperto ma con ingresso gratuito). Dallo scorso 24 dicembre le sale sono state riaperte, con ingresso ridotto a 5 euro, e l’opera di Piero della Francesca può essere visionata anche nella fase dei lavori del restauro grazie alla struttura istallata per seguirne passo passo l’evoluzione anche dai visitatori. Delle opere di Piero della Francesca continua ad essere visibile anche il Polittico della Madonna della Misericordia nell’allestimento provvisorio che ne permette un suggestivo ravvicinato punto di vista con il touch screen che ne ricostruisce la storia, mentre proseguono i lavori di miglioramento sismico, solo nella parte esterna dell’importante edificio, che dovrebbero concludersi a breve. In alcune sale inoltre prosegue sino all’11 gennaio la mostra Spazza Matrix di Faust Cardinali , dal sottotitolo “L’opera pittorica a confronto con Alberto Burri e Franco Cardinali “ che ospita anche un Cellotex del 1987 di Alberto Burri, 15 opere di Faust Cardinali e alcuni lavori del padre Franco Cardinali (1926‐1985), tra cui La Crocifissione, restaurato proprio in occasione della mostra, che mettono in evidenza le affinità materiche che legano i due artisti al maestro tifernate. Nel frattempo dalla Soprintendenza di Arezzo, che dirige i lavori, e dall’Opificio delle Pietre Dure sono stati comunicati nel corso di una conferenza che si è svolta nelle scorse settimane, il gruppo di lavoro che affianca i restauratori e i primi importanti risultati delle indagini e delle operazioni effettuate in questo primo periodo. Per quanto riguarda i restauratori incaricati, Paola Mariotti e Umberto Senserini, questi sono affiancati da un gruppo di lavoro nominato dall’amministrazione comunale con esperti di Piero della Francesca e del restauro, con i quali prosegue l’incontro mensile su quelli che sono gli sviluppi in itinere dell’importante intervento. Di questo gruppo fanno parte Alessandro Angelini, che è uno storico dell’arte autore tra l’altro dell’ultima monografia su Piero della Francesca edita dal sole24ore uscita nel 2014, Giorgio Bonsanti storico dell’arte di Firenze docente universitario su storia e tecniche del restauro e membro, tra le numerose e prestigiose attività, anche della commissione per la conservazione del Louvre, Emanuela Daffra della soprintendenza di Milano e storico dell'arte direttore coordinatore presso il MIBAC, Mauro Matteini già direttore del laboratorio scientifico dell’opificio delle Pietre Dure, Matteo Ceriana storico dell’arte e direttore della Galleria Palatina di Firenze, Frank Dabell, dell’Università di Roma inglese storico dell’arte specializzato nel Rinascimento membro del Metropolitan Museum of Art di New York autore di numerose pubblicazioni e che sta terminando il suo lavoro su Piero della Francesca e Marco Ciatti soprintendente dell’Opificio di Firenze. La direzione dei lavori è quindi seguita da Paola Refice, della soprintendenza di Arezzo e da Cecilia Frosinini e dal direttore del museo di Sansepolcro Mariangela Betti. Strumenti e competenze per affiancare l’eccezionalità di questo restauro che si deve a risorse provenienti dalla generosità di un mecenate quale il dottor Aldo Osti per 100mila euro, a fondi propri del Comune di Sansepolcro, alla soprintendenza e all’opificio e recentemente anche ad una ulteriore donazione del noto antiquario nazionale, per ulteriori 5mila euro, Giovanni Sarti.” La gestione del restauro è affidata direttamente all’Istituzione museo di Sansepolcro. “Le novità che stanno emergendo – spiega Daniele Piccini presidente dell’istituzione biturgense – si affiancano a quelle indagini che hanno definito già da qualche tempo come improcrastinabili questi interventi. In qualche modo il nostro piccolo museo, che custodisce opere di straordinaria importanza per l’arte mondiale, diventa anche un esempio di sinergia tra pubblico e privato. Questo si deve anche alla collaborazione fruttuosa che da anni abbiamo con la Soprintendenza con l’Opificio, che fece le indagini. Sono ancora delle risposte parziali che abbiamo dal restauro ma è fondamentale per la sua conservazione. Le novità interessanti emerse sulle tecniche usate dal maestro biturgense si stanno in parte delineando e al termine avremo risposte ancora più interessanti.” “Abbiamo già lavorato insieme alla Madonna della Misericordia e al Polittico di Piero della Francesca – aggiunge Paola Refice - la soprintendenza è soddisfatta di queste sinergie, con l’opificio con il comune e grazie alla generosità di alcuni privati, in un momento in cui la scarsa disponibilità di risorse spesso ci mette di fronte all’impossibilità di procedere con alcuni interventi. E’ quindi quasi con stupore che riusciamo a rimanere e ottenere buoni risultati.” “ I risultati che stanno emergendo sono ancora il frutto di profonde riflessioni – aggiunge Cecilia Frosinini – perché il restauro ha bisogno di un tempo lungo e anche di un tempo di studio e meditazione. Quello che pensiamo oggi non è detto che nel corso degli approfondimenti venga confermato perché sono alcune le ipotesi che facciamo e spesso il restauro è molto simile alla medicina. Il restauro è infatti anch’essa un’arte interpretativa che si appoggia a supporti scientifici ma alla fine un medico può fare la differenza rispetto ad un altro. Analisi dei sintomi e ricostruzioni richiedono doti interpretative per poi emettere la cosiddetta diagnosi. Nessuna di queste analisi scientifiche da sola riesce a dare risposte, c’è bisogno di ricerche di archivio, della lettura e dell’interpretazione di chi ha operato, di conoscenza dei materiali utilizzati in un dialogo continuo con l’opera stessa.”

 

 

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