POLEMICA SULLA CANCELLAZIONE DI ALCUNI CONCERTI A CITTA' DI CASTELLO: O TUTTI O NESSUNO!

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10 Maggio 2017
ttv

Non si comprende se è per provocazione o per analfabetismo, o per tutte due le cose insieme, che sindaco e Amministrazione hanno cancellato in forma selettiva e unilaterale il concerto dei GTO due giorni fa e quello del Tiferno Blues Project ieri sera. Mentre tutto il resto della programmazione musicale veniva mantenuta : da quella strepitante dei venditori ambulanti alle fiere ai vari concerti organizzati da privati o dalle pro-loco per le sagre, fino a tutta la programmazione del Festival di Musica da Camera. C’è in questa scelta una mancanza di rispetto del lavoro altrui. Ai GTO è stato comunicato dieci minuti prima dell’inizio del concerto il divieto di tenerlo. Con disprezzo dell’impegno degli artisti per costruire l’evento musicale e delle ore necessarie per montare palco, strumenti e strumentazione tecnico-acustica. Chi ha preso questa delirante decisione e in base a quale criterio ? Perché nessuno degli altri eventi e per il Festival di Musica da Camera non è stato applicato lo stesso criterio ? Non sarebbe stato meglio per rispettare il dolore e dare aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto utilizzare quelle occasioni per fornire informazioni, sensibilizzare e raccogliere fondi ? Come era nelle intenzioni degli artisti e degli organizzatori. Bene hanno fatto Roberto Colombo e Vincenzo Bucci a chiedere spiegazioni formali e pubbliche per il prossimo Consiglio Comunale di lunedì 5.

La provocazione di una burocrazia politico-amministrativa ormai diventata “idiocrazia” si è ripetuta ieri sera con il concerto della “Tiferno Blues Project”. C’è malafede, pregiudizio e ignoranza dietro questa scelta. Gli “idiocrati” pensano che il Folk-Rock di un gruppo che colleziona successi da oltre 20 anni come i GTO o le straordinarie note della Tiferno Blues Festival siano musiche di un dio minore rispetto alla musica classica. Il blues, il soul, il rythm and blues, il jazz e gli altri ritmi musicali che si sono intrecciati e condizionati hanno lo stesso infinito valore del Lago dei cigni di Tchaikovsky. Quando si parla di cultura bisogna sempre declinarla al plurale. Esistono “LE” culture, non “LA” cultura. Che sono sempre state il prodotto di evoluzione e di contaminazione. L’arianesimo” è una aberrazione concettuale che, come la storia insegna, produce solo disastri. Gli amministratori di Città di Castello e i gestori del Festival di Musica da Camera sono gli unici a contraddire il principio dell’evoluzione, riproducendo da 50 anni un identico “format” ormai diventato archeologico e culturalmente improduttivo. “TUTTO CIO’ CHE NON SI RIGENERA DEGENERA” è un principio che vale anche per il Festival delle Nazioni. Un evento che avrebbe ben altre possibilità, ma che non può più andare avanti con incolti lottizzati ed ex politici frustrati. Il “format” inventato da Luigi Angelini 50 anni fa aveva una caratteristica straordinariamente innovativa: attraverso la musica portare il mondo e parlare del mondo, delle diverse culture attraverso la Nazione Ospite. In tempi in cui il mondo era molto più distante, sconosciuto inarrivabile. Non bisogna realizzare non un evento simile a tanti altri in Umbria e in l’Italia, che si consuma in una settimana non lasciando traccia. Occorre costruire un progetto che duri tutto l’anno, che costruisce sensibilità culturale, crescita della coscienza e della conoscenza, corsi e opportunità per i giovani per incoraggiare l’accesso al percorso e alla carriera musicale. I gestori del Festival di oggi non hanno innovato, hanno campato di rendita, e non rigenerandolo hanno determinato la degenerazione di un Festival che va ripensato nell’impostazione e rinnovato nella gestione.

Questa mattina i Consiglieri Comunali di Castello Cambia, Roberto Colombo e Vincenzo Bucci, hanno depositato formale istanza per chiedere che, in sede di comunicazioni, come previsto dal regolamento, il Sindaco informi il Consiglio, e fornisca spiegazioni sui criterio adottati e sulle responsabilità di quanto accaduto.

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