Ex FCU: spuntano rallentamenti anche nella tratta Sansepolcro-Città di Castello

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10 Maggio 2017
ttv

Ex Ferrovia Centrale Umbra verso una lenta ma inesorabile dismissione o almeno così pare: almeno questi sono i segnali, visto che dopo la chiusura lo scorso agosto per motivi di sicurezza del tratto Città di Castello-Umbertide, scelta che suscitò discussioni e polemiche da più parti, ora anche il segmento finale della strada ferrata, quello fra Sansepolcro e il capoluogo tifernate, appare destinato a una sorte analoga: infatti l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi (Ustif), organismo ministeriale, ha ordinato che i treni in viaggio fra i due principali centri della vallata rispettino una velocità massima di 40 km/h, sempre per ragioni legate alla sicurezza. Troppo vecchia e malridotta la linea ferrata per poter far viaggiare le carrozze più velocemente. Problemi del genere erano stati già annunciati durante una seduta del Consiglio comunale tifernate lo scorso 15 settembre, quando durante la discussione si parlò anche delle criticità della tratta Città di Castello-Sansepolcro, analoghe a quelle del tracciato interrotto fra il capoluogo altotiberino umbro e il territorio umbertidese. Nel frattempo, però, è scattata la raccolta di firme per una petizione. A fare da portavoce è l’associazione «Il Mosaico», che ha iniziato la sottoscrizione al documento. In poche settimane sono stati oltre 200 le persone che hanno voluto aderire alla petizione per il degrado della Ferrovia centrale umbra. Da qualche giorno, inoltre, si può firmare il documento anche negli uffici dello Sportello del Cittadino del comune tifernate, in Corso Cavour, e in tutte le stazioni della Ferrovia centrale umbra. Il problema sta nelle pessime condizioni delle rotaie e nella colpevole assenza di manutenzione, cosa questa che obbliga i convogli a rallentamenti pesantissimi, declassa la qualità del servizio offerto all’utenza, crea disagi e ritardi ai viaggiatori, in particolare ai pendolari, i quali se partono da Sansepolcro diretti verso Perugia debbono scendere a Città di Castello, salire su un pullman fino a Umbertide, riprendere lì un treno e proseguire il percorso. E’ stato detto che solo un’intesa fra la Regione Umbria e Rfi (Rete Ferrovia Italiana) sarebbe la vera ultima chance per la salvezza della ex Fcu, ma il problema è: chi deve mettere i soldi per questa operazione? Rfi o il Ministero? Le due entità sembrano palleggiarsi questa responsabilità finanziaria. Sul versante invece dei lavori sui binari, sono in corso operazioni di riparazione e ripristino nel tratto tifernate tuttora aperto, fra il centro commerciale Castello e la zona di Pieve delle Rose mentre lungo i segmenti tuttora interdetti al traffico ferroviario non sembra proprio che alcunché sia iniziato. In più sono stati chiusi i bagni pubblici della Stazione centrale di Città di Castello, com’è noto assai spesso visitati dai vandali. Insomma, la fine del tunnel (giusto per restare in tema) per ora non si vede e quel che si intravede non promette granché di buono.

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