Duomo gremito per la messa in onore dei patroni della città

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10 Maggio 2017
ttv

Giornata particolare e piena di appuntamenti, quella domenicale, per i tifernati che festeggiano i patroni. In mattinata c’è stata l’ inaugurazione della volta restaurata del Duomo Inferiore. Fra i presenti, oltre al vescovo diocesano monsignor Domenico Cancian anche l’assessore Luciana Bassini. Alle 18 un Duomo gremito di fedeli ha fatto da cornice alla messa in onore dei santi della città: Florido e Amanzio. Alla funzione hanno preso parte tutti i rappresentanti delle amministrazioni nazionali, regionali, provinciali e locali, insieme ai vertici delle forze dell’ordine e delle associazioni combattentistiche e non del territorio. Particolarmente toccanti sono stati due momenti: il primo quando Nicola Testamigna ha ricevuto il lettorato e il secondo quando il sindaco tifernate, Luciano Bacchetta, ha donato l’olio per la lampada dei Santi. E il pontificale di Monsignor Cancian ha riportato ai fedeli il senso etimologico del nome di Florido, il patrono principale, che vuol dire “fiorito”. In verità Florido – ha aggiunto il presule - è per noi come un fiore spuntato in mezzo alle rovine della città distrutta da Totila nel VI secolo. Insieme a Lui sono fioriti Amanzio, sacerdote, e Donnino, laico eremita. Tutti e tre hanno fatto rifiorire ancora più bella la Chiesa e la città. Il miracolo, a distanza di 1500 anni, è ancora sotto i nostri occhi, ha aggiunto il Vescovo. Coinvolgendo tutto il popolo e animando alla speranza, diedero inizio ad una nuova storia che ha prodotto arte, cultura, nuovo umanesimo. Per questo tutti i tifernati li ricordano come padri fondatori. Allargando lo sguardo all’attuale momento storico, cosa possono dirci questi Santi? Oggi viviamo tempi colmi di grandi speranze e di forti contraddizioni. Abbiamo molteplici esempi positivi e incoraggianti, come ad esempio sta accadendo nelle zone terremotate dove si sta reagendo con grande dignità e si registra una straordinaria solidarietà. Ma abbiamo anche le distruzioni delle guerre in corso (in qualche parte si combatte “fino all’ultimo uomo”), le violenze quotidiane (anche da noi), un degrado morale e civile dovuto alla corruzione, alla droga (oggi sono 27 anni di vita del Ceis, dove sono transitati centinaia di ragazzi, purtroppo non tutti con successo), gioco d’azzardo, relazioni che facilmente si interrompono, nuove povertà e tanto spreco, campagne politiche divisive.
I Patroni – ha detto Cancian – invitano tutti ad affrontare questi mali così pesanti come una sfida che insieme si può vincere, addirittura come un’opportunità di profondo rinnovamento culturale, sociale e religioso.

 

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