CONVEGNO CON INGEGNERI E ARCHITETTI SUI PALAZZI MUNICIPALI DI CITTà DI CASTELLO

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10 Maggio 2017
ttv

“Un’interessante opportunità per saperne di più sul palazzo comunale di Città di Castello, sulla sua storia, sulla sua progettazione, sulle peculiarità che lo caratterizzano, e approfondire la relazione con un’altra delle testimonianze più belle della creatività di Angelo d’Orvieto, come il palazzo comunale di Gubbio”.

Di questo si è occupato il convegno promosso dal Comune tifernate nella sala consiliare della residenza municipale tifernate sul tema “I palazzi comunali di Città di Castello e Gubbio – Modelli per una nuova architettura”, sottolineando la “partecipazione all’iniziativa” e ringraziando per l’organizzazione la società Coprogetti e l’architetto Giovanni Rossi, gli Ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri della provincia di Perugia, oltre al personale della struttura tecnica comunale tifernate. Il convegno, aperto dai saluti dell’assessore all’urbanistica e vicesindaco tifernate Michele Bettarelli, di Veronica Benedetti dell’Ordine degli Architetti di Perugia e di Paolo Anderlini dell’Ordine degli Ingegneri di Perugia, ha visto i contributi dei docenti dell’Università degli Studi Roma 3 Dipartimento di Architettura professor architetto Paolo Micalizzi e professor architetto Raynaldo Perugini, del ricercatore architetto Alessio Patalocco dello stesso Dipartimento, della professoressa architetto Maria Teresa Bartoli del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, del professor Andrea Czortek, docente dell’Istituto Teologico di Assisi, dell’ingegner Giovanni Cangi, esperto in recupero edilizio, dell’architetto Gaetano Rossi, artefice di ricerche sui palazzi oggetto dell’iniziativa, della dottoressa Laura Zamperoni, storica dell’arte e restauratrice. L’iniziativa ha permesso di approfondire i punti di contatto tra palazzo dei Priori di Città di Castello e Palazzo dei Consoli di Gubbio messi in evidenza da recenti studi, che hanno evidenziato come le fabbriche siano la derivazione di metodologie basate sulla ripetizione di unità dimensionali indicate come “moduli”. La comprensione delle logiche che sono state alla base della composizione architettonica dei due edifici, fondate sulla numerologia occulto-simbolica, ha fatto sì che si sia arrivati a formulare precise ipotesi sulla loro costruzione e quindi sul processo e il metodo utilizzato per la loro ideazione, oltre che chiarire in modo definitivo la loro attribuzione ad Angelo da Orvieto. Tra le curiosità emerse dalla discussione che riguardano il palazzo comunale tifernate, di particolare interesse è stata quella relativa alla originaria policromia del portale principale, che è emersa dai sondaggi effettuati per il restauro della facciata.

 

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