Città di Castello contro la violenza sulle donne

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10 Maggio 2017
ttv

“Il mondo è attraversato da mille conflitti e tra questi dobbiamo annoverare la violenza di genere dalla quale il nostro territorio non è indenne”: così si era espressa l’assessore alle Pari Opportunità del comune tifernate Andreina Ciubinial momento di introdurre il calendario di iniziative che a Città di Castello hanno accompagnato il 25 Novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, a Città di Castello. Una serie di manifestazioni, questa, cui hanno preso parte AUSL Umbria n.1, diocesi di Città di Castello CRI, Pat, scuole della città, sindacati, Caritas, Lion Club di Città di Castello, Leo Club e Inner Wheel, Rotary, Rotaract e Fidapa, Teatro dei 90, Club 8.3, Rimateria, e l’associazione Libera…mente Donna, curatrice del Progetto “Codice Rosa”, che integra il circuito di protezione delle istituzioni sulle donne vittime di violenza con luoghi dedicati presso i Pronto soccorso. E’ stato così costruito in collaborazione fra tutte queste realtà un calendario per raggiungere tutti, nel tentativo di estirpare questo fenomeno indegno di una società moderna, o quantomeno di rendere le persone consapevoli di rischi, problematiche e soprattutto della necessità di prevenzione. Se non facciamo niente davanti ad un abuso, ne siamo complici”: è questo il messaggio emerso anche dal seminario nella Sala Gotica del Duomo in cui giornalisti e giudici si sono chiesti come intervenire per denunciare e punire la violenza di genere: il vescovo Domenico Cancian, Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera, il consigliere di Cassazione Daniele Cenci, i giudici Carla Maria Giangamboni e Francesco Loschi hanno concordato sulla specialità di questo crimine, che sembra attenere alla sociologia, al costume, alla mentalità e sfugge alle categorie. Di certo c’è una condanna su tutti i fronti per questo reato, che - come è stato detto -  “tocca la coscienza perché punisce una persona per il sesso, colpisce la donna in quanto è una donna”. Appassionato e a tratti commovente lo spettacolo “Non solo donne” che si è svolto al Teatro degli Illuminati. Per la direzione artistica di Fabio Coltrioli e con la conduzione di Maria Rosaria Ottaviani, Sofia Addoni, Marina Benedetti, Veronica Lazzari e Lucilla Romanetti hanno prestato la voce a canzoni di stile molto diverso, - inglesi, italiane o americane, tratte da colonne sonore o dal repertorio autoriale -, che accompagnate da diapositive hanno evocato a trecentosessanta gradi la condizione femminile. Sul palco i musicisti Camilla Badessi, Enrico Rufo Caruso, Stefania Ceccarini, Emanuela Chiatti, Luisa Migliorati e Nico Pruscini con le luci e suoni a cura di Lorenzo D’Anna. In apertura è stato trasmesso il video del Centro antiviolenza di Perugia al quale è andato l’incasso della serata e in chiusura alcuni bambini del Circolo di San Filippo hanno distribuito alle donne in sala una rosa rossa, sottolineando l’importanza dell’educazione nella lotta alla violenza di genere. Fra le tante iniziative nel corso di quelle intense giornate è stato inaugurato i battenti Spazio Bimbi, un punto attrezzato con giochi per bambini indistintamente abili messi a disposizione da un’azienda specializzata di Arezzo, che resta aperto fino al 24 dicembre sotto il Loggiato Celso Ragnoni in Piazza Fanti nell’ambito di Mani rosa, come ha spiegato Lucia Masi, in rappresentanza di Rimateria, organizzatrice dell’iniziativa. Inoltre in via Sant’Antonio Mani rosa ha avviato la mostra mercato di produzione artigianale umbra al femminile, che costituisce un’altra pagina della sua attività volta a promuovere e valorizzare il protagonismo femminile in tutti i campi della vita pubblica. Insomma, tutto è partito dalla volontà di alcune donne di buona volontà di fare del 25 Novembre un momento forte di consapevolezza collettiva su quanto c’è ancora da crescere nella cultura delle relazioni tra i generi. A distanza di appena due anni si è radunato un esercito di associazioni e soggetti, che a vario titolo hanno fatto loro la campagna contro la violenza di genere. Un bel segno di civiltà.

 

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