CITTA DI CASTELLO ALLARME STREPTOCOCCO: LE LINEE GUIDA DELLA USL UMBRIA 1

di:
10 Maggio 2017
ttv

Sta rientrando per la zona di Città di Castello l’allarme lanciato nei giorni scorsi da scuole e famiglie sui dati allarmanti quanto ai numerosi casi riscontrati di infezione batterica da streptococco Emolitico di tipo A. Batterio ben noto soprattutto nelle fasce dell’infanzia che colpisce i bambini ad ogni cambio di stagione. Ma quest’anno, complici anche le altalenanti temperature e un tasso di umidità ben superiore alla media, il contagio è apparso da subito più diffuso, in più ordini di scuole e dunque di età; a rischio infatti non soltanto i bambini della scuola dell’infanzia ma anche della primaria e della secondaria di primo grado. Situazione questa che ha portato al va e vieni giornaliero sia negli ambulatori privati dove si esegue in tempi abbastanza rapidi il tampone faringeo, sia presso gli stessi pediatri, molti dei quali hanno eseguito il test direttamente presso i propri studi. Da qui la confusione generale quanto alla diffusione di informazioni non sempre corrette relativamente alla diagnosi e ai tempi della terapia da somministrare fino ai dubbi sul reinserimento nella comunità scolastica. Molti infatti i casi di recidive per mancanza di adeguata osservazione dei fattori di rischio ma anche del mancato raggiungimento dei dieci giorni di necessaria somministrazione dell’antibiotico che debella il ceppo in circolo. E mentre anche dalle scuole molti Dirigenti scolastici si sono trovati costretti ad inviare alle classi circolari che invitavano alla massima prudenza sottoponendosi all’esame del tampone, possibilmente messo anche a coltura per individuare la giusta carica batterica e scegliere la cura più adatta, è scoppiata anche negli ambienti sportivi la cosidetta “fobia da tampone”. Divisi su questo gli stessi pediatri del distretto per cui ci sarà il prossimo 27 maggio un incontro nel nosocomio tifernate per affrontare la questione e uniformare le informazioni da dare alle famiglie. Intanto però apprendiamo che un protocollo sull’infezione da streptococco già c’è, chiaro e condiviso rispetto alle precauzioni da adottare, che risale al 2004 e che la Asl conferma come l’unico possibile di fronte ai casi riscontrati le cui variabili numeriche, che sono cicliche, poco hanno a che fare con il numero dei casi riscontrati. Confermando che il contagio è più frequente negli ambienti predisposti, quelli appunto scolastici dove sono presenti numerose piccole comunità di bambini e dove gli ambienti andrebbero spesso areati, il protocollo della Usl richiama anzitutto al buon senso delle famiglie nell’individuazione dei sintomi che caratterizzano l’infezione, anche contrariamente ad alcune correnti di pensiero che affermerebbero la rara asintomaticità della malattia; mal di gola, febbre, inappetenza, dolori muscolari e ghiandole linfatiche ingrossate sarebbero i segnali da non sottovalutare anche se la dottoressa Daniela Felicioni ricorda che soltanto nel 30 per centro dei casi tali infezione sarebbero di origine batterica rispetto alla maggioranza dei virus che girano ai cambi di stagione. Laddove poi si è a conoscenza di casi di compagni di scuola o di sport che abbiamo già contratto lo streptococco, allora anche solo con uno di tali sintomi ,il tampone faringeo sarebbe d’obbligo. Se positivo va immediatamente iniziata la cura antibiotica che non dovrà essere inferiore ai 10 giorni di somministrazione per lo sciroppo e sette per le compresse. Dopo la terza somministrazione il bambino è coperto e se sfebbrato può rientrare a scuola senza contagiare nessuno ma con il rischio, viste le difese immunitarie indebolite, di contrarre le infezioni virali in circolazione o di ricontrarre il batterio al termine della cura se ci sono ancora casi non diagnosticati. Un gatto che si morde la coda insomma e che forse solo il ripristino delle temperature di stagione e la corretta degenza di amici e compagni potrà scongiurare riducendo i livelli di contagio e garantire il prosieguo delle attività scolastiche e sportive.

Tags