Andrea Franceschetti e Michele Braganti: due poli tra scuola e musica

Una collaborazione musicale tanto strana quanto coinvolgente, riconosciuta fin dalle massime autorità

05 Giugno 2022
Franceschetti Braganti

La conoscenza fra la mia famiglia e quella del professor Franceschetti è storia di lunga data, tant’è vero che per lui io resto sempre Moreno del Castellare (dal posto che ha visto i miei primi anni di vita) mentre per me lui è Andrea di “Nandone” dal soprannome di suo nonno Francesco, patriarca di una famiglia votata all’ autotrasporto e al cambio gomme per auto, allora situata sulla strada per quella che ai tempi era casa mia. Con questa premessa contattando il professore ero ben al corrente delle sue doti di inventiva e capacità d’ ironia. Diversa la situazione nei confronti di Michele Braganti, da me apprezzato unicamente per i suoi post musicali in internet. Così, se del professore conoscevo i molti poliedrici trascorsi, lo studente è stato per me, dal lato umano, una  piacevole sorpresa.

Il lato musicale di un professore

Anche Andrea, dal canto suo, ha un’assidua frequentazione del web tanto da definire se stesso sulla propria pagina Facebook, per bocca del fratello Francesco, il quale alla domanda: “Che lavoro fa tuo fratello?” ha risposto “Mio fratello non lavora, insegna”.

“Una citazione nella quale mi riconosco in pieno” esordisce Andrea “perché rende omaggio alla professione che ho la fortuna di svolgere tant’è vero che mi sono permesso di aggiungere sul mio profilo Facebook  una ulteriore battuta: io non insegno inSOGNO perché quello che svolgo è il lavoro più bello del mondo dal momento che mi mette a contatto quotidianamente con una fascia d’età,dai 14 a 19 anni, che non ti permette il malumore e ti obbliga ad essere esclusivamente concentrato nel tentativo di rimanere sintonizzato sulle frequenze della loro età, cosa sempre più complicata col passare del tempo; però per collegare la propria professione con la propria poliedricità sono fondamentali gli stimoli che, in modo istantaneo, arrivano dagli studenti e di conseguenza la voglia di mettersi in gioco è quotidiana; quindi oltre che insegnare mi piace mettermi in gioco e farmi valutare da loro con i libri che scrivo e con le canzoni che compongo”.

Riguardo la passione di Andrea per la musica “Nasce” ricorda “quando accompagnavo mio fratello nel suo lavoro di camionista e lui mi faceva ascoltare ogni genere di musica: anni 70, anni 80, cantautori; ed il piacere di condividere questa passione con il mio fratello maggiore è diventato il piacere di viverla giorno dopo giorno e mi ha portato fin da giovane a tentativi di comporre qualcosa di proprio, un’urgenza che si è amplificata quando è arrivata la pandemia. Ci siamo trovati tutti spiazzati, docenti, studenti, famiglie e in questa situazione io avevo il compito di portare alla maturità due classi quinte. I ragazzi erano spaesati non sapendo fino all’ultimo momento che tipo di esame avrebbero affrontato; li vedevo soprattutto demotivati a causa della distanza ed è stato a quel punto che nella mia vita è piombato questo personaggio meraviglioso che risponde al nome di Michele Braganti; era uno studente di una quarta che non era fra i miei allievi ma che avevo già coinvolto in altre iniziative della scuola legate alla musica. A quel punto gli ho detto: ascolta Michele noi dobbiamo dare una svegliata a questi ragazzi di quinta che vanno alla maturità; io scriverò il testo di una canzone che riassume le caratteristiche dell’esame, emozioni e argomenti da affrontare che tu dovrai musicare ed arrangiare”.

andrea michele

 

Uno studente molto speciale

Andiamo allora a scoprire l’altro protagonista di questa storia: lo studente, musicista, cantante Michele Braganti. “La mia passione per la musica” mi spiega Michele, anno di nascita 2002, abitante a San Giustino, “nasce già in età piuttosto giovane, in prima elementare avevo già iniziato a frequentare la scuola di musica Giacomo Puccini di Città di Castello, prima iniziando dal pianoforte in ambito classico e qualche tempo dopo passando anche alla chitarra moderna, una passione che ho portato avanti per alcuni anni e dall’estate successiva alla terza media ho cominciato anche a scrivere pezzi miei come evoluzione del mio amore per la musica, inizialmente componendo solo musica e successivamente realizzando anche i testi. Adesso, impegnato negli studi universitari, ho un po’ rallentato con la musica ma non rinuncio a comporre e a presentare il mio lavoro sia nelle varie occasioni nelle quali mi esibisco dal vivo sia iscrivendomi ai concorsi che collaborando con studi di registrazione locali come l’Audio Monk Studio, per realizzare pezzi miei da pubblicare nelle varie piattaforme digitali”.

Fra i concorsi ai quali Michele ha partecipato c’è stato Sanremo Young edizione 2019. “È stata un’esperienza interessante” ricorda il giovane artista “nonostante sia un format parallelo che non permette di proporre dei pezzi propri, è sempre qualcosa che ti porta ad esibirti all’interno del teatro Ariston insieme con l’orchestra giovanile di Sanremo, resta un’occasione unica per un giovane che si affaccia alla musica fuori dal proprio territorio, confrontandoti con personaggi noti a livello nazionale. Ultimamente, studio permettendo”,conclude “cerco di portare avanti e affinare le mie doti di compositore perché in definitiva mi considero più musicista che autore di testi”.

Per quel che riguarda la sua collaborazione con il professor Andrea Franceschetti, alias DJ Prof. questa la versione di Michele: “Ci siamo conosciuti al liceo scientifico Piero della Francesca di Sansepolcro; vari professori mi hanno sempre coinvolto in varie iniziative soprattutto di carattere musicale. Anche se non era un mio insegnante diretto, posso a tutti gli effetti considerarlo un mio professore  grazie a tutte le collaborazioni che abbiamo avuto in questi ultimi anni e con le attività in contesto scolastico nelle quali mi ha coinvolto, come ad esempio quella chiamata Dal Borgo al Mondo, dove lui era il presentatore e che riguardava gli ex studenti del liceo che hanno fatto carriera in vari settori i quali in questa occasione erano tornati a trovarci..Diciamo che”  chiosa “il nostro rapporto si è rafforzato grazie a queste iniziative che ci hanno visto insieme e successivamente in questo inizio di pandemia mi ha contattato dicendomi. Guarda Michele, io avrei scritto un testo e avrei bisogno di metterlo in musica. Lo vorrei dedicare agli studenti che devono fare la maturità quest’anno, era il 2020, puoi metterlo in musica? Ho letto il testo e ho trovato la melodia giusta per valorizzarlo, modificando solo qualche passaggio per adattarlo alla metrica della struttura musicale, l’ho arrangiato, cantato, registrato e gliel’ho presentato e così è nato: Ma-tu-Maturità?”

Un brano nato dalla pandemia

“ Michele ha fatto un lavoro straordinario e così” riprende il professore “è nata questa canzone dal titolo quasi interrogativo, con un testo che in sostanza comprende tutti gli argomenti e gli stati d’animo di chi deve affrontare questo esame. Ci siamo permessi di postarla sui social in modo che arrivasse a tutti e abbiamo avuto l’idea di accompagnarla con un video”. “Noi” interviene Michele “volevamo realizzare un vero video per proporre il pezzo sulle piattaforme musicali ma purtroppo il Covid ci ha impedito di realizzarlo” “Così” ricorda Andrea ”Ho reperito tutte le foto tessera, tutti i selfie di tutti i 150 ragazzi che affrontavano quell’anno l’esame al liceo di Sansepolcro, facendo scorrere i loro volti sulle note della musica e sulle parole del testo”

“Sui social” commenta il professore “il pezzo ha avuto una eco non indifferente; ce ne siamo resi conto quando ci siamo visti recapitare, per posta elettronica, una lettera del Quirinale nella quale il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, si complimentava con noi per questa iniziativa”. “Il successo è stato notevole qui in zona” precisa l’ormai ex studente “per me inaspettato tant’è vero che inizialmente avevo esternato qualche dubbio con Laura Polverini, nota musicista e insegnante di canto, ma il riscontro è andato oltre le mie più rosee previsioni”.

Riguardo al fatto di occuparsi fra le altre cose anche di musica,  Andrea spiega:“Io sono convinto del fatto che questa prima vallata disegnata dal Tevere, ne ho tante dimostrazioni tutti i giorni, sia ovunque una fonte d’ispirazione grandissima e di persone che qui si dedicano alla musica ce ne sono tantissime. Questa secondo me è una delle bellezze che questi posti offrono e rappresenta l’eco della storia che ci arriva direttamente al cuore. Siamo privilegiati, siamo particolarmente ispirati proprio perché viviamo qui. Poi” continua “Io insegno italiano e latino e vado sempre alla ricerca delle ultime nicchie nelle quali si rifugia la poesia che a mio parere si esprime oggi in certe espressioni musicali; cìè chi riesce a farla meglio, chi un po’ meno, c’è chi è poetico chi più commerciale ma la poesia si nasconde li. Pensa a tutte le parole: ad esempio musica deriva da musa oppure lirica che è sinonimo di poesia viene da lira, lo strumento musicale o ancora canzone, quella petrarchesca, quella leopardiana, per non parlare del sonetto ovvero un piccolo suono. Questo connubio fra musica e poesia è inscindibile e io non faccio altro che riportare quello che è il mio lavoro, trasmettere poesia a scuola, anche nel mio tempo fuori dall’insegnamento; è una riflessione continua nel cercare di declinare la parola all’esigenza delle note perché a mio parere questo è il matrimonio più bello che ci sia al mondo. Già nell’antica Grecia c’erano gli aedi che andavano di piazza in piazza di corte in corte a cantare Iliade ed Odissea, nel medio evo questa funzione fu dei giullari, dai trovatori che possiamo considerare i primi cantautori dal momento che scrivevano sia le parole che la musica delle loro composizioni. In conclusione se la poesia oggi ha ancora un po’ di spazio lo deve alla musica comprso quella che va di moda oggi”.

Una seconda prova musicale a scuola (ma con solo loro due)

Visto il successo di questa prima prova insieme, il professore e lo studente hanno pensato durante l’estate del 2020 di preparare una seconda incisione in vista del rientro scolastico di settembre, convinti che sarebbe stato in presenza. “Il brano Io Sto con l’Equinozio afferma Michele “doveva veicolare il messaggio su quanto sia importante, dopo aver trascorso un periodo come quello della pandemia, tornare a scuola con il sorriso e la voglia di riprendere le attività quotidiane interrotte; un ritorno alla normalità”. ”Purtroppo” commenta Francesco “quando la scuola ha riaperto quell’anno eravamo ancora in pieno lockdown che ci ha accompagnato fino a tutto l’inverno. Doveva essere un inno alla gioia di ricominciare, ad iniziare dal titolo Io Sto con l’Equinozio, scelto perché l’equinozio d’autunno cade pochi giorni dopo il rientro a scuola e rappresenta quindi l’inizio, la primavera degli studenti e degli insegnanti. Siamo riusciti anche a realizzare il video del brano girato fra le classi le aule e i corridoi del liceo Città di Piero”.

La collaborazione fra i due è poi proseguita anche con esibizioni insieme anche fuori dell’ambito scolastico, in locali della zona “Anche mettendo insieme”, afferma Andrea “la musica con la cultura, ad esempio per celebrare Dante Alighieri, nei 700 anni dalla sua morte, con la scrittura di Dante 3D, un racconto in musica, diventato poi anche un mio libro, che, oltre alle due caratteristiche della pagina, oltre la profondità della poesia,  metteva in risalto, come terza dimensione, lo spirito della carne e delle anime restituendoci un cammino nell’aldilà delle anime che compiono il viaggio insieme al poeta”

dante 3d

 

Mettersi in gioco su argomenti molto seri

Giungiamo così a quella che, almeno per il momento, è la loro ultima collaborazione diversa per argomento rispetto alle loro precedenti prove. “Navigando nel web” racconta il professore “mi sono imbattuto in un contest musicale di ANAS e Radio Italia che riguardava il tema della sicurezza stradale, così ho detto a Michele che poteva essere una bella occasione per mettere insieme un messaggio importante con la nostra passione per la musica. Ho scritto il testo, Michele ci ha costruito intorno la musica, ha arrangiato il pezzo lo ha mixato nello studio che possiede a casa sua e così è nata: Canta Ancora Per Me”.“Mentre i pezzi che avevamo realizzato fino a quel momento” mi informa il giovane musicista “rappresentavano sonorità che si rifacevano al genere elettronico che potremmo definire dance ironico, questo era qualcosa di più serio e impegnato che richiedeva una stesura musicale orientata a creare empatia e pathos”.”Abbiamo messo assieme” precisa il professore “un tipo di testo e un tipo di musica che raccontava una storia di per se molto forte ma, a nostro parere, lo faceva con tutta la delicatezza che l’argomento richiedeva”

“Abbiamo inviato la nostra prova al contest” riprende Andrea “insieme ad altri 300 concorrenti e grazie a chi ci ha votato, siamo entrati nella finale a dieci per presentarla sul palco di Radio Italia a Milano davanti ad una giuria composta fra gli altri da Francesco Gabbani, oltre che da Mario Volanti, fondatore e direttore dell’emittente”

franceschetti gabbani

 

Al termine della nostra presentazione musicale” ricorda il professore, per l’occasione nei panni di DJ Prof. “Gabbani ci ha veramente sorpreso perché nel congratularsi con noi, ci ha confessato di essere rimasto colpito dal nostro brano per quello che avevamo cantato e per come lo avevamo cantato e che la formula del professore e dello studente gli piaceva moltissimo, informandosi su come nascevano le nostre canzoni definendoci, forse esagerando, il Battisti Mogol della pubblica istruzione italiana. Parole lusinghiere nei nostri confronti sono arrivate anche dal presidente di Radio Italia il quale ha evidenziato la difficoltà di stare dentro un tema imposto come quello della sicurezza stradale senza cadere nella retorica mentre la nostra composizione arrivava al cuore senza impantanarsi nell’enfasi spicciola”

“È stata una bellissima esperienza” ricorda Michele “purtroppo non siamo riusciti a salire sul podio al primo posto; c’era un altro pezzo molto bello che ha vinto ma bisogna .riconoscere anche i meriti degli altri ma sono soddisfatto perché con concorrenti che provenivano da tutta Italia ci siamo fatti notare e la giuria si è complimentata con noi”.

Il futuro che verrà

“Io e il professore” mi confida il giovane “dopo quest’ultimo progetto, ci siamo lasciati con la prospettiva di lavorare di nuovo assieme sia con cose divertenti come abbiamo fatto in ambito scolastico che più impegnate come quest’ultima. Vedremo quali occasioni si presenteranno e comporremo di conseguenza. Posso però anticipare che, come sempre, l’imput mi verrà da lui”.

In conclusione riporto il giudizio del professore (non per niente siamo in ambito scolastico) nei confronti dello studente e del giovane uomo. “Michele ha una grande fortuna di mettere assieme la capacità straordinaria di suonare molto bene indifferentemente pianoforte e chitarra, di partecipare a corsi di canto in conservatorio e di mantenere una umiltà straordinaria, sempre. Dopo tutte le nostre collaborazioni mi dà ancora del lei, è successo anche sul palco di radio Italia, cosa che ha fatto sorridere la giuria; fantastico, eccezionale. Michele meriterà tutto il successo che, ne sono più che certo, otterrà molto presto come cantautore, perché la sua preziosa umanità sarà per lui una fonte di ispirazione inesauribile".

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Una collaborazione musicale tanto strana quanto coinvolgente, riconosciuta fin dalle massime autorità