“Ritorno alle Radici. Le Piante spontanee per l’alimentazione e la salute”, una pubblicazione di Aboca Edizioni tutta da scoprire

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29 Maggio 2017

Un imperdibile e sorprendente "focus" sulle piante selvatiche da parte di due abili esperti di botanica ed erboristeria: è “Ritorno alle Radici. Le Piante spontanee per l’alimentazione e la salute”, la pubblicazione pubblicata da Aboca Edizioni che sarà presentata pubblicamente ad Arezzo alle 17 alla Fondazione Ivan Bruschi mercoledì prossimo 31 maggio, alla presenza degli autori del libro Sandro e Maurizio Di Massimo (il primo biologo-etnobotanico, il secondo erborista di indirizzo spagirico e ayurvedico) e dei giornalisti Antonella Di Tommaso e Roberto Messina, che moderano l’incontro: il Timo, l’Origano, la Menta, il Ginepro comune presentano proprietà stomachiche e digestive; altre, come il Tarassaco, la Bardana, il Carciofo, il Rosmarino, la Lattuga selvatica, l’Ortica, la Parietaria si contraddistinguono per le loro virtù disintossicanti, depurative, toniche e rigeneranti.

Molte erbe di campo, tra cui la Cardogna, il Caccialepre, la Radicchiella contengono poi principi amari che svolgono un'azione digestiva e stimolante mentre piante e frutti selvatici ricchi di sostanze antiossidanti sono capaci di contrastare gli effetti negativi dei radicali liberi come Aglio, Aspraggine, Crespigno, Giuncolina, Prugnolo. Il libro è un manuale agevole e di facile consultazione, che vuole avvicinare i lettori alla conoscenza delle numerose piante spontanee commestibili e facilmente reperibili nelle nostre campagne. Gli autori intendono stimolare il ritorno all’uso di piante selvatiche di lunga tradizione, che costituiscono una preziosa e grande risorsa nutrizionale e culturale, e giocano un ruolo chiave nella salvaguardia della salute. E le piante sono intese non solo come nutrimento ma anche come centro di miti, simbologie e rituali oltre che fonti inesauribili di principi attivi e benefici.

Rispetto ai numeri, basta considerare che su circa 300.000 piante solo una percentuale tra lo 0,5 e il 10% è stata finora accuratamente studiata, e quindi tante "scoperte" sono ancora possibili. Bisogna ricordare che l’alimentazione delle generazioni passate era, infatti, caratterizzata dalla scarsità di prodotti animali e dall'abbondanza di erbe e frutti selvatici; d’altro canto, i cibi di origine vegetale hanno spesso rappresentato l’unica alternativa capace di assicurare il minimo necessario alla sopravvivenza.

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