Funzionario della Soprintendenza al Museo dei Duomo per il Riccio di Pastorale

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01 Febbraio 2021

Al lavoro per farlo tornare agli antichi splendori. Il Riccio di Pastorale, uno dei più preziosi capolavori di oreficeria, conservati al Museo diocesano di Città di Castello, è al centro di una delicata operazione di pulizia.

E’ stato allestito il laboratorio a piano terra nella sala dove l’opera è conservata e qui vengono effettuate in sicurezza, secondo le attuali normative anti covid e a museo chiuso, le operazioni di pulizia ordinaria e patinatura degli smalti grazie all’orafo tifernate Sergio Bartoccioni e ai figli Riccardo e Andrea.

Oggi, primo febbraio, ha voluto essere presente per osservare da vicino gli interventi la dottoressa Maria Brucato, funzionario di zona della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.

« Il Pastorale è un esempio di arte orafa senese del 1324 circa - ricorda Catia Cecchetti - attribuito al senese Goro di Gregorio. Dall’anno 2000 è conservato nella sala II del Museo e faceva parte della collezione ancora prima dell’ampliamento dei locali museali; va ricordato che negli anni ‘70 fu trafugato e ritrovato in modo fortuito e riconsegnato da un concittadino».

All'incontro ha preso parte anche Vittorio Sgaravizzi per il Rotary club di Città di Castello in modo particolare il suo presidente il dottor Alessandro Leveque, che hanno dimostrato sensibilità per finanziare l’operazione

«Il Riccio di Pastorale – precisa Cecchetti – nel 1434 era custodito da Meo de’ Fucci che ne concesse l’uso al vescovo Sinibaldo: molti sono ancora oggi gli interrogativi legati alla provenienza del manufatto, alla sua datazione e all’autore: per questo si sta lavorando ad un appuntamento scientifico che possa contribuire ad accrescere ulteriormente il valore scientifico e favore la ricerca di questo capolavoro che la nostra città e la diocesi tifernate ha la fortuna di possedere».

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