Omicidio Guerrina Piscaglia: Padre Gratien Alabi andrà da Roma al processo di appello senza scorta. Così hanno deciso i giudici

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09 Dicembre 2017

Caso Guerrina di nuovo alla ribalta: Padre Gratien Alabi andrà al processo d'appello giovedì prossimo 14 dicembre senza scorta, durante il trasferimento dal monastero romano dove si trova agli arresti domiciliari. Dunque i giudici hanno accolto la richiesta dei legali del frate congolese di lasciarlo arrivare al Tribunale di Firenze non scortato né da agenti carcerari né da poliziotti, e questo una volta che sarà stato disinserito il braccialetto elettronico. Il religioso, condannato in primo grado per l’omicidio di Guerrina Piscaglia.  E' il primo maggio del 2014 quando Guerrina, 50 anni da compiere, sparisce da Ca Raffaello, piccola frazione di Badia Tedalda in un'enclave di terra aretina incuneato in Romagna. La donna ha un figlio, Lorenzo, di 24 anni avuto dal marito Mirco Alessandrini con il quale convive. Di lei non si sa niente per alcuni giorni, poi le indagini, affidate ai carabinieri prendono un' improvvisa accelerazione qualche mese dopo, ma le battute di ricerca non portano a niente, fino a che il 5 settembre 2014 Padre Gratien Alabi, frate congolese della parrocchia di Ca Raffaello frequentata da Guerrina, viene sentito dal pm e da persona informata sui fatti diventa indagato per sequestro di persona. Dopo un iter ricco di sorprese il frate viene arrestato con l'accusa di omicidio volontario e soppressione di cadavere il 23 aprile 2015. La sentenza con cui la corte d'assise di Arezzo condanna in primo grado a 27 anni padre Gratien Alabi, parla di omicidio volontario e soppressione di cadavere, arriva dopo quasi un anno di processo e accoglie per intero le richieste del Pm Marco Dioni. Il corpo della donna non è mai stato ritrovato. Alabi nel convento dei Premostratensi ha continuato a celebrare messa e amministrare i sacramenti. Lo accompagnerà in auto l'avvocato Zacheo. Dopo la prima condanna Gratien Alabi ha impugnato la sentenza con  i suoi avvocati Francesco Zacheo e Riziero Angeletti, coadiuvati dal professor Sergio Novani. Il  nuovo verdetto potrebbe essere pronunciato già il 14 dicembre dalla Corte d'Assise d'Appello fiorentina. Prevista al processo la presenza del marito della Piscaglia, Mirco Alessandrini, parte civile insieme al figlio, alle sorelle e nipoti della donna e all'associazione Penelope.  

 

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