Liste di attesa, via libera al piano regionale

Nuove risorse e riorganizzazione dei servizi nel territorio. Critiche le opposizioni

27 Aprile 2023
liste di attesa

“A mali estremi, estremi rimedi” recita il proverbio, che calza a pennello se si parla di sanità umbra, in particolare di liste di attesa. Così, per “rimediare” e smaltire le circa 74 mila prestazioni sospese, la giunta regionale ha pensato a un piano straordinario di recupero, varato negli ultimi giorni. Un maxiprogetto da portare avanti con nuove risorse in denaro e una riorganizzazione dei servizi nel territorio, il tutto entro il prossimo 31 luglio.

Obiettivo ambizioso quanto importante per la cittadinanza, ormai da mesi alle prese con ritardi cronici, tempi lunghi e modalità di erogazione non più sostenibili (vedi spostamenti da una parte all’altra della regione per un semplice screening). “Attese significative sono presenti in Umbria da anni, tanto che in passato sono stati adottati molteplici provvedimenti tesi a contenere proprio i tempi di attesa”, dice in una nota la Regione Umbria, su cui si è abbattuto anche il peso dell’emergenza Covid che di fatto ha certamente acuito il problema.

Ora però le decine di migliaia di richieste in sospeso vanno abbattute, alzando di molto il numero di quelle erogate (a fine aprile 2022, terminata l’emergenza pandemica le prestazioni in attesa erano circa 76mila, mentre oggi risultano circa 74mila). Nello specifico, spiega la Regione, viene messo a disposizione un finanziamento aggiuntivo di circa 5,3 milioni di euro ai quali si sommano altri 1,6 milioni già presenti nei bilanci delle Aziende ospedaliere e sanitarie, proprio al fine di smaltire le 74mila prestazioni. Nel Piano di recupero, poi, si fa esplicito riferimento all’accorciamento dei tempi: una prestazione dovrà essere fornita entro una o due settimane dal momento della richiesta del paziente.

Sì, ma come? Intanto salvando, quando possibile, il principio di prossimità rispetto alla residenza del richiedente, si sottolinea nel progetto. Che poi prevede l’utilizzo dei macchinari per gli esami per almeno 12 ore al giorno nei giorni feriali (8-20) e con programmazione anche di apertura serale e nei giorni festivi (almeno 2 domeniche al mese). Spazio inoltre all’overbooking, che permette il recupero tempestivo delle prestazioni, alla presa in carico degli specialisti, così da prescrivere gli esami senza che il paziente sia rinviato al medico curante, al costante monitoraggio dei primi accessi e dei secondi accessi (esami successivi) per riallineare l’offerta al recupero dei posti disponibili. Sarà attivata a livello distrettuale e non più regionale la revisione dell’ambito di riferimento per gli over 65 e i pazienti fragili. Funzionerà? Vedremo. Intanto la salute dei cittadini non può più attendere. 

Dure critiche dall’opposizione: “E’ un Piano fuffa” - "Un Piano inadeguato e pieno di incongruenze che non appare all'altezza della situazione e della necessità di intervenire in un settore di estrema rilevanza per tutti i cittadini umbri. Migliaia di prestazioni sanitarie e di cittadini attendevano un segnale di discontinuità e il superamento dell'inerzia dimostrata fino ad oggi. Aspettative che la presidente Tesei e l'assessore Coletto hanno nuovamente deluso". Lo dichiarano i consiglieri di minoranza Fabio Paparelli, Simona Meloni e Michele Bettarelli (PD), Thomas De Luca (M5S), Vincenzo Bianconi e Donatella Porzi (Gruppo Misto) in merito Piano straordinario sulle liste di attesa.

Per gli esponenti dell'opposizione "il provvedimento dell'Esecutivo regionale è solo 'un Piano fuffa', con zero assunzioni, che prevede una sola apertura feriale serale contro le sette aperture previste dal Piano del 2019, mai attuato dall'attuale Giunta. Mancano interventi sull'intramoenia - proseguono - in una nota congiunta - e sul modello organizzazione, non c'è alcuna integrazione tra aziende, non sono previste tempistiche precise per l'erogazione delle prestazioni. Non viene riformato il sistema del Cup regionale, che ha dimostrato di non funzionare e non tiene in considerazione in modo concreto il principio di prossimità nella erogazione delle prestazioni ad anziani e fragili. Il Piano è poi carente dal punto di vista degli investimenti sui macchinari e sulle tecnologie e sulle indicazioni relative all'appropriatezza delle prescrizioni. Si torna inoltre indietro sulle prese in carico dei pazienti cronici che necessitano di controlli e diagnosi periodiche".

"L'unico provvedimento, peraltro controverso e da verificare rispetto ai tetti imposti dalla legge Monti - osservano i consiglieri - sono i fondi aggiuntivi per i centri privati convenzionati, che evidenzia il fallimento della sanità pubblica. Deve essere inoltre evidenziato che il privato convenzionato è passato negli ultimi tempi dall'erogare il 70% di prestazioni convenzionate al 20%, con l'80% a pagamento e questo dimostra la crescente sfiducia degli umbri nel sistema sanitario pubblico: chi se lo può permettere si allontana e chi non ha disponibilità economiche rinuncia direttamente a curarsi"

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Nuove risorse e riorganizzazione dei servizi nel territorio. Critiche le opposizioni