L'augurio pasquale dei vescovi Paolucci Bedini e Migliavacca

Alla comunità un invito a riscoprire "bellezza e ricchezza della vita" attraverso la cura e l'aiuto del prossimo

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31 Marzo 2024
bedini migliavacca

Da sinistra: Mons. Luciano Paolucci Bedini e Mons. Andrea Migliavacca

In occasione delle celebrazioni della Settimana Santa e della Pasqua le diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e Gubbio-Città di Castello  hanno condiviso i messaggi di auguri alla comunità di Monsignor Andrea Migliavacca e Monsignor Luciano Paolucci Bedini, vescovi delle due diocesi.
 
Monsignor Andrea Migliavacca: “La luce e la speranza sono frutti della Pasqua”.
 
“Vorrei estendere il mio augurio a tutta la comunità non solo alla Chiesa, ma a tutti, da chi non crede a chi non è cristiano, fino a chi arriva da Paesi lontani. Auguro che sia una Pasqua di pace; a Mosca, in Ucraina, a Gaza e nella Terra Santa, in Sud Sudan, in Siria e in tutti quei luoghi colpiti dalle ostilità e che il Papa chiama ‘terza guerra mondiale a pezzi’, dei pezzi che si stanno via via unendo, purtroppo. Il Risorto porta questo saluto: ‘Pace a voi’. Il mio augurio poi vorrei fosse un augurio di vita, in questo contesto di inverno demografico e dove diminuiscono costantemente le nascite. Alla vita si manca oggi di rispetto su più fronti, con un Paese europeo che addirittura mette in costituzione il diritto all’aborto, ma anche nei tanti modi con cui viene negata la dignità della vita delle persone, come avviene con la non attenzione ai poveri. Che la Pasqua ci aiuti a scoprire la ricchezza e la bellezza della vita e ci faccia diventare difensori della vita. Vorrei poi che il mio augurio pasquale fosse un augurio alla famiglia e di famiglia. Le famiglie oggi vivono situazioni di grande difficoltà, ma la famiglia è il luogo che aiuta a rendere coesa una società e ci apre al mondo del lavoro, dello studio. Essa è il fondamento sul quale la società può camminare insieme, per questo va custodita e accompagnata.

Nel difficile contesto internazionale nel quale viviamo non possiamo lasciarci vincere dalla sfiducia. La luce e la speranza sono frutti della Pasqua. Un dono che può essere coltivato con la preghiera che educa il cuore a diventare costruttore di pace. La speranza nasce anche dalla consapevolezza che dove ci sono guerre oggi ci sono anche costruttori di pace. Certo, serve uno sguardo realistico, ma deve essere contrastata la cultura della guerra e delle armi.
Il Risorto nella Pasqua visita i suoi e porta la luce e la pace. Tutti, specialmente in questo tempo, a partire dalla Chiesa, siamo invitati a visitare i volti e i luoghi della povertà, così come le tante famiglie che non arrivano a fine mese. Lo si può fare portando un aiuto concreto, ma anche attraverso l’arte dell’incontro. Le persone infatti hanno bisogno di aiuto materiale, ma anche di umanità. Ecco allora l’invito a vivere e rendere vivi i quartieri, i luoghi di incontro e aggregazione, nella consapevolezza che c’è un clima di alleanza tra varie istituzioni civili, compresa la Diocesi e la Caritas diocesana, per contribuire a rispondere meglio alle problematiche delle nostre comunità, condividendo la lettura dei problemi e la disponibilità a unire le forze”.
 
Monsignor Luciano Paolucci Bedini: “Il mondo ha un enorme bisogno di vedere e sperimentare i frutti dell’amore di Dio”.
 
“Carissimi fratelli e sorelle,
 il nostro itinerario quaresimale ci guida a riscoprire l’immenso amore del Padre per ciascuno di noi e con questo ci invita ancora una volta a tornare a fidarci di lui e del suo progetto di salvezza. La grazia del Battesimo, che ci ha fatti suoi figli adottivi nella Pasqua del Figlio Gesù, è la sorgente e il fondamento di una vita nuova, illuminata dal Vangelo e condivisa
nella comunità dei credenti, di cui siamo responsabili. Il mondo ha un enorme bisogno di vedere e sperimentare i frutti dell’amore di Dio e lo Spirito Santo rende possibile questo anche attraverso la nostra pur povera testimonianza. Solo un popolo di donne e uomini rinnovati dalla Parola e sospinti dallo Spirito potranno dare carne ad ogni progetto di rinnovamento ecclesiale. La Chiesa respira attraverso la fede dei suoi figli e parla al mondo per mezzo delle loro azioni. In questo tempo di profonda riflessione sinodale per dare nuovo vigore alla missione evangelizzatrice i nostri cuori sono chiamati a diventare dei laboratori specializzati nel pensare, creare e mettere a punto formule innovative di annuncio e di condivisione del tesoro di grazia che è l’amore misericordioso di Dio Padre in Cristo Gesù suo Figlio. Questa è la medicina di cui tutto il mondo ha bisogno per evitare di soccombere alla pandemia di individualismo e di indifferenza, di solitudine e di disperazione, di odio e di violenza che sta incendiando l’umanità.
 
Questi giorni potranno essere un’occasione di preghiera profonda, di tempo dedicato alla meditazione delle Sacre Scritture, di gesti di amore gratuito. Tempo condiviso di ascolto e di preghiera con i fratelli e le sorelle delle nostre comunità. Le occasioni e le proposte non mancano. I nostri cuori hanno bisogno di nutrimento buono, che ci faccia crescere nella corresponsabilità per la costruzione del regno di Dio. La storia non sa che farsene di cristiani (e di comunità ecclesiali) stanchi e rassegnati, passivi e invisibili, comodamente seduti sulle abitudini e indifferenti alla realtà in cui siamo immersi. Ma sappiamo bene che solo lo Spirito di Gesù risorto può svegliarci e rianimarci da questo torpore indolente. Ecco perché abbiamo ancora bisogno del cammino della quaresima e della riscoperta della novità assoluta della Pasqua. Mi auguro che questi giorni di Diocesi di Città di Castello deserto spirituale, confortati dalla presenza amorevole di Dio, ci aiutino a ritrovare la gioia di essere discepoli del Vangelo e la gratitudine per essere parte di un così grande progetto di salvezza. Sarebbe un frutto molto bello se nelle nostre comunità, nei gruppi e nei movimenti, nelle comunità religiose e nelle piccole fraternità, nelle famiglie e tra le sorelle e i fratelli di fede, nascesse in questi giorni il desiderio di incontrarsi per pensare e progettare piccoli passi e scelte concrete ispirate al Vangelo”.

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Alla comunità un invito a riscoprire "bellezza e ricchezza della vita" attraverso la cura e l'aiuto del prossimo