La Tiberina 3bis è a basso rischio archeologico. È quanto emerge dalla perizia archeologica presa in carico dal comune di Pieve Santo Stefano.

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09 Ottobre 2019

Il rischio è classificato come basso, è quanto si legge dalla relazione archeologica sulla vecchia Tiberina 3Bis, a carico del Comune di Pieve Santo Stefano che se ne era accollato le spese per accelerare l’iter. La risposta a quanto richiesto dalla Soprintendenza Archeologica, è racchiusa in un documento di 72 pagine più altri allegati e da quanto si legge, non emergono, problematiche di rilievo nel tratto di 5 km tosco-romagnolo della ex statale che va dalla frazione pievana di Valsavignone fino a Canili di Verghereto, nella provincia di Forlì. Due le archeologhe che si sono occupate del monitoraggio della disastrata arteria, andando a comporre una perizia assai particolareggiata in un tempo davvero ristretto, solo dieci giorni. Il risultato del lavoro a seguito del sopralluogo è arrivato sul tavolo del sindaco di Pieve Santo Stefano, Claudio Marcelli, che ha dato l’annuncio ufficiale dell’avvenuta perizia archeologica Il primo cittadino ora aspetta di incontrare i funzionari dell’Anas entro pochi giorni per consegnare loro tutto l’incartamento. I lavori del cantiere della Tiberina 3 Bis infatti attendono proprio la relazione archeologica: l’altro fattore che rallenta l’operazione è lo studio sulle conseguenze sulla fauna selvatica della riapertura al transito veicolare dopo vent’anni. Questa perizia è stata richiesta dalla direzione Ambiente ed Energia della Regione Toscana. Venerdì 11 ottobre intanto, al ministero alle infrastrutture a Roma ci sarà un incontro tra l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli e la titolare e Paola de Michele per parlare di viabilità e la Tiberina 3bis è tra i punti di queste delicata questione.

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