Il consumismo sanitario è il principale virus del Sistema Sanitario

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19 Giugno 2017

Il rispetto della salute e dell’ambiente rappresenta la priorità dell’Isde (Associazione medici per l’ambiente) e viene portata avanti anche con attività sensibilizzazione tra la popolazione e tra i professionisti, nonché nei riguardi delle Istituzioni. Prendendo spunto dal convegno nazionale sulla Slow Medicine che si è tenuto ad Arezzo nei giorni scorsi l’Associazione Medici per l’Ambiente segnala il Progetto “Choosing Wisely” (scegliere con saggezza) che ha la finalità di migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi erogati, attraverso l’individuazione e riduzione di pratiche (esami diagnostici e trattamenti) che, secondo le conoscenze scientifiche disponibili, non apportano benefici significativi ai pazienti, ma possono altresì essere fonte di rischi.

Uno degli aspetti ritenuti importanti è il cosiddetto “consumismo sanitario”, che può essere definito come l’utilizzo di prestazioni sanitarie anche quando non c’è bisogno. La moderna medicina spreca immense risorse, milioni di esami inutili e di terapie inappropriate: questa è la principale ragione per la quale la sanità costa sempre di più e diventa insostenibile. Principali cause del consumismo sanitario sono i bisogni indotti dal mercato: l’industria della salute deve reclutare sempre più clienti che facciano esami, ricoveri, visite, interventi.

Una soluzione può essere quella legata alle strategie che prevedono un forte coinvolgimento dei medici di medicina generale con particolare riguardo alle case della salute, al "dove si prescrive, si prenota", alle priorità di accesso, alle reti cliniche integrate. La principale politica per ridurre il consumismo sanitario è comunque quella di favorire interventi di prevenzione primaria, ovvero quelli basati sull’eliminazione o almeno riduzione dei fattori di rischio ambientali.

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