Giornata mondiale del sonno: sette curiosità sul dormire

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10 Maggio 2017

Domani è la giornata mondiale del sonno: sette curiosità sul dormire. La primavera, si sa, porta a tutti una ventata di energia, ma non è raro che il “risveglio dal letargo” sia accompagnato da qualche disturbo e, in generale, da un po’ di insonnia e da ritmi scombinati. «Non a caso è stato scelto il 17 marzo come data per la Giornata mondiale del sonno: un evento annuale che ha lo scopo di richiamare l’attenzione sui disturbi connessi a un’attività che occupa un terzo delle nostre vite, ed è fondamentale per la salute e il benessere».

Ed ecco sette curiosità sul tema del dormire bene:
1 Il sonnellino dopo pranzo aiuta a dormire bene. Ma non deve superare i 15-20 minuti.
2 Le donne dormono poco più degli uomini. Una mezz’ora in tutto: le donne tendono ad andare a dormire un po’ prima e si alzano poco dopo, secondo uno studio dell’Università del Michigan. Man mano che l’età avanza, abitudini maschili e femminili diventano più simili.
3 È vero che, quando non siamo nel nostro letto, dormiamo peggio. Una ricerca svolta alla Brown University di Providence, USA, e pubblicata su Current Biology ha evidenziato che, quando dormiamo fuori casa, l’emisfero sinistro del nostro cervello è semi-vigile e più attento ai rumori. Per questo, quando si è in hotel, è frequente svegliarsi poco riposati.
4 Essere mattinieri o tiratardi è questione di genetica. Sono state identificate dagli studiosi quindici regioni del DNA umano direttamente coinvolte nello svolgimento ritmi circadiani, quelli che fanno sì che alcuni di noi siano particolarmente attivi nelle prime ore del giorno e altri, invece, “ingranino” più tardi.
5 Per cominciare a fare yoga non è mai troppo tardi. Per quanto riguarda la qualità del sonno, sono gli over 50 a ottenere i maggiori vantaggi dallo yoga.
6 Passeggiare favorisce il sonno. Bastano 15 minuti dopo cena e non solo si riuscirà a prendere sonno prima, ma anche la qualità e la durata risulteranno migliorati.
7 Il caffè aiuta a stare svegli, ma se il debito di sonno è troppo grande perde la sua efficacia. Il caffè perde il suo potere stimolante dopo solo due nottate con poche ore di sonno. Si sperimenta soltanto un effetto placebo.

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