Covid, le associazioni chiedono alla Regione priorità per i vaccini

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03 Marzo 2021

L’associazione «Le Fatiche di Ercole», a nome di varie associazioni umbre impegnate nell’ambito della salute mentale, ha inviato una lettera all'assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, e al direttore generale della direzione regionale sanità e welfare, Claudio Dario, per chiedere la priorità nelle vaccinazioni alle persone con disabilità mentale.

Questo il testo del documento:

 

Gentile Assessore,

Consapevoli del grande sforzo che la sanità pubblica e regionale in particolare stanno affrontando, siamo a scriverLe per esprimere la nostra grande preoccupazione per il protrarsi delle restrizioni di libertà nelle strutture sociosanitarie e socio-assistenziali, che accolgono persone che vivono la condizione della sofferenza mentale e per le tante altre situazioni gestite dalle famiglie.

La stessa presidente dell’associazione nazionale Unasam, Gisella Trincas, ha riportato non molto tempo fa: “Le attuali disposizioni governative e regionali stabiliscono, ormai da un anno, che “l’accesso di parenti e visitatori è limitato ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione”. Ciò ha determinato, da parte delle strutture, una rigidità di disposizioni che non solo stabiliscono quando e in che misura consentire la visita di parenti e amici (privando le persone di rapporti affettivi determinanti per la loro ripresa), ma l’impedimento al libero movimento all’esterno della struttura come invece consentito (pur con le precauzioni da assumere) alla generalità dei cittadini e delle cittadine. Consideriamo gravi tali disposizioni che impediscono alle persone quel processo di integrazione e inclusione sociale indispensabile per il percorso di miglioramento delle proprie condizioni di salute mentale e di salute fisica. Gli operatori delle strutture, quando non sono state o non sono in turno, hanno vissuto o vivono la loro normalità di vita frequentando i propri cari e gli amici, i luoghi della socialità e dello svago, i negozi, i supermercati, le palestre, il mare e possono anche andare in vacanza. Tutto ciò è stato precluso e continua ad esserlo a cittadine e cittadini che, per le loro condizioni di difficoltà psicosociali e sanitarie, hanno necessità di essere sostenuti, in un percorso assistenziale e terapeutico riabilitativo, in luoghi altri dalla propria abitazione, e determina una grave discriminazione”.

Le nostre Associazioni ricevono costantemente segnalazioni e proteste da parte dei familiari e delle stesse persone ospitate in tali strutture o nei propri contesti abitativi. In questi giorni, inoltre, le disposizioni si sono ulteriormente inasprite bloccando o limitando qualunque accesso nelle strutture da parte dei familiari.

In particolare ci preoccupa che le persone con disabilità e soprattutto quelle residenti in strutture terapeutico riabilitative e residenziali non siano comprese tra coloro che saranno vaccinate in via prioritaria. Non possiamo tollerare che questo comporti un prolungarsi oltre delle restrizioni di libertà o di maggior isolamento.

La vaccinazione prioritaria delle persone sopra menzionate, a nostro modo di vedere, non comporterebbe inoltre un così grande aggravio o problema, visto il numero probabilmente esiguo rispetto alle altre fasce di popolazione.

La richiesta di vaccinare tra i primi anche le persone con disabilità e in particolare disabilità mentale non si basa solo sulla considerazione dell'aspetto della loro sopravvivenza, ma occorre fare riferimento ad un quadro molto più complesso, che investe la più ampia sfera di vita delle stesse e di chi se ne prende cura e carico.

Il fatto che già le restrizioni per la prevenzione da contagio rappresentano, per le persone con disabilità e i loro caregiver, delle criticità molto complesse e di difficile gestione. “Anche le difficoltà patite in questi lunghi mesi, dove si è stati praticamente lasciati soli, sono stati indicibili e nel caso di ritardo anche nella campagna vaccinale si determinerebbe un ulteriore sovraccarico i cui esiti, in molti casi, potrebbero rilevarsi "drammatici", come riporta il presidente di Anfass.  

Da ultimo occorre tener presente che se un eventuale contagio da Covid-19 dovesse richiedere un ricovero ospedaliero ciò potrebbe rappresentare una situazione di grandissima delicatezza e problematicità nel caso di persone con disabilità complesse, intellettive o non collaboranti. “Sappiamo bene, infatti – ricorda sempre il presidente Anfass - di come questo abbia determinato autentici "drammi" per coloro che ne hanno subito l'impatto spesso "fatale" e di come tali ricoveri determinino anche un ulteriore e significativo sovraccarico per le strutture sanitarie, spesso poco preparate ed attrezzate a gestire le persone con disabilità in tempi normali, figuriamoci in situazioni emergenziali, quale quella in atto”.

Si chiede, pertanto, un intervento urgente da parte della sanità regionale umbra con la possibilità di far rientrare da subito nella campagna vaccinale prioritaria le persone con disabilità mentale ed in particolare quelle in strutture residenziali e terapeutiche riabilitative.

In attesa di cortese e urgente riscontro, si porgono cordiali saluti.

 

Le Associazioni

Le Fatiche di Ercole (Città di Castello); Crisalide (Gubbio); Madre Coraggio (Perugia); Liberi di essere (Foligno); Le vie dei canti (Spoleto) e Unasam (Terni).

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