Celebrazioni del Primo maggio: inaccettabile che venga suonata "L'Internazionale", inno della dittatura sovietica e dello stalinismo

di:
02 Maggio 2018

Si sono svolte ieri 1 maggio le consuete celebrazioni in occasione della Festa del Lavoro, ma non tardano ad arrivare le critiche all’Amministrazione per quanto accaduto durante la cerimonia. È Andrea Lignani Marchesani a porre l’attenzione, con una nota stampa, sull’inaccettabile presenza tra le canzoni suonate alle celebrazioni de “L’Internazionale”, canzone che è stata l’inno dell’Unione Sovietica. Lignani Marchesani scrive:

“L'unica consolazione è la scarna presenza di popolo alle celebrazioni del 25 aprile e del Primo Maggio a Città di Castello. Ma almeno quest'ultima data dovrebbe essere un momento di coinvolgimento e le Istituzioni dovrebbero allarmarsi nel notare ormai la siderale distanza che c'è tra la volontà di una scampagnata ed un momento di cosciente partecipazione civile da parte di chi ha un lavoro e di chi lo cerca. E' allucinante constatare come il Consiglio comunale perda tempo a sancire una condanna del fascismo con un documento ufficiale invece di occuparsi di questioni concrete e poi vedere Presidente della massima Assise e Sindaco in prima fila ad applaudire l'Internazionale. L'Internazionale, giova ricordarlo, è stato l'inno nazionale (ci si perdoni il gioco di parole) dell'Unione Sovietica, paese in cui tutte le libertà erano soppresse e dove vigeva una sanguinosa dittatura. Lo è stato fino al 1943 e quindi anche nel periodo in cui Stalin fucilava gli oppositori e milioni di contadini venivano massacrati, soprattutto in Ucraina, in nome del socialismo realizzato. Non è accettabile che questa canzone trovi ospitalità a Città di Castello e venga applaudita dalle autorità. Non vale come giustificazione il fatto che la stessa rappresentasse condivisibili rivendicazioni dei lavoratori, anche Giovinezza era un Inno universitario e la Canzone del Carnaro una delle più belle poesie di D'Annunzio: cosa accadrebbe e cosa direbbe l'ANPI se le stesse fossero pubblicamente riproposte in omaggio non all'ideologia ma alla Storia? Come al solito due pesi e due misure.”

 

Tags