Arrestati e processati due studenti a Perugia. La polizia scopre nel loro appartamento una fabbrica di marijuana

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04 Agosto 2017

Tutto è partito quando, in occasione dei controlli notturni a Fontivegge, i poliziotti, verso le 03:30 del mattino, hanno notato un giovane che si aggirava nei pressi dello scalo ferroviario.
Insospettiti dalla presenza del ragazzo a quell’ora della notte, gli agenti lo hanno fermato e controllato.
All’interno dello zaino i poliziotti hanno trovato una bomboletta spray ed un’immagine che ritraeva un graffito.
Alla luce dei recenti episodi di imbrattamento dei muri cittadini, gli agenti, nella convinzione di essersi imbattuti in un “writer” seriale, hanno approfondito il controllo.
I sospetti degli agenti hanno iniziato, tuttavia, ad indirizzarsi anche verso altre ipotesi criminose quando, esaminando lo zaino ed un astuccio trovato al suo interno, questi emanavano un forte odore di marijuana, come se, pur non contenendola in quel momento, l’avessero contenuta di recente.
Data la situazione, i poliziotti hanno provveduto al controllo domiciliare. All’arrivo della volante, infatti, nell’appartamento è stato sorpreso il coinquilino del fermato che, indossando guanti di lattice ed armato di forbici da cucina, era intento a porzionare lo stupefacente, circondato da barattoli di sostanza essiccata, semi, fertilizzanti, una bilancia ed un bilancino di precisione.
L’intera abitazione era stata trasformata in una sorta di azienda agricola per la produzione di marijuana: in un locale era stata allestita una serra completa di sistemi per il controllo delle condizioni ambientali e di impianto di irrigazione, destinata alla semina ed alla crescita delle piante; in un’altra stanza, invece, all’interno di un armadio, erano riposte grucce trasformate in essicatoi alle quali erano appese le foglie che ancora dovevano asciugarsi.
Inoltre, sparsi ovunque, barattoli in vetro e cartoni contenenti marijuana pronta per essere suddivisa in dosi.

Sfruttando le conoscenze maturate grazie agli studi in agraria mantenuti dalle rispettive famiglie, che provvedevano anche alle spese per l’appartamento necessario ai due studenti fuori sede, i due avevano allestito una vera e propria impresa per la produzione di stupefacente ed il suo confezionamento in singole dosi.
Occultati all’interno del libretto sanitario del cane di uno dei due, poi, la Polizia ha rinvenuto 430 euro in banconote di diverso taglio, verosimilmente provento delle attività di cessione della droga.
Tratti immediatamente in arresto per concorso in fabbricazione e detenzione di sostanza stupefacente, i due si sono difesi sostenendo di essere consumatori e di coltivare lo stupefacente per uso personale.
Collocati ai domiciliari su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati processati con rito direttissimo ad esito del quale il Giudice, tenendo in considerazione la gravità dei fatti, ha applicato ad entrambi il divieto di dimora nell’intera Regione Umbria ed il rientro nelle zone di residenza d’origine.

 

 

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