Alluvione a Pietralunga, il racconto

Nel pomeriggio e nella tarda serata di giovedì 15 settembre, il comune altotiberino viene duramente colpito dalla forte ondata di maltempo che investe il territorio, parte del centro Italia, devasta le vicine Marche, dove oltre ai danni alle strutture materiali ci sono feriti, dispersi e vittime. In poche ore cade una quantità di acqua enorme: pioggia, vento, veri e propri nubifragi si abbattono in un territorio che si scopre improvvisamente fragile dal punto di vista idrogeologico. Famiglie evacuate, case isolate, frane, smottamenti, automobilisti in difficoltà bloccati nelle auto, trascinate dalla piena del Carpinella e altri torrenti, alcune strade completamente sommerse dall’acqua tanto da rendere il borgo altotiberino irraggiungibile. È la notte più lunga e difficile, è l’alluvione di Pietralunga. Che nella mattina di venerdì 16 settembre si risveglia ricoperta di fango e viene definita la zona con maggiore criticità dell’Umbria. Le scuole restano chiuse, Vigili del Fuoco e Protezione civile sono al lavoro dalle prime luci dell’alba, gli abitanti si attrezzano come possono per liberare case e strade dagli allagamenti, iniziando a fare i conti con i primi ingenti danni. L’attivissima zona industriale a valle di Pietralunga è la parte più colpita del comune, costruita lungo il torrente Carpinella, letteralmente straripato. Alcune aziende nel giro di una notte si ritrovano in ginocchio.

Abbiamo cercato di mettere in ordine immagini e voci in questo reportage.

(servizio di Marco Polchi e Marco Del Baglivo) 

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