AL VOLLEY CITTA’ DI CASTELLO ARRIVA LA CENTRALE CRISTINA CRUCIANI

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09 Ottobre 2019

Una giocatrice ingaggiata per mettere la sua grande esperienza al servizio della squadra. Anche la centrale Cristina Cruciani, classe 1984 e un metro e 81 centimetri di altezza, veste ora la maglia (quella numero 8, per l’esattezza) del Volley Città di Castello e arricchisce il collettivo in un ruolo che conta ben quattro atlete. Originaria di Marsciano (vive nella frazione di Castiglione della Valle), Cristina Cruciani è cresciuta nella Delfino Tavernelle per poi passare al Marsciano in D e approdare in B2 nel 1998, quando è stata acquistata dalla Medinex Reggio Calabria. Tante le piazze nelle quali ha giocato: Ancona (B2) e soprattutto Ravenna; con la gloriosa Teodora, nella stagione 2001/2002, ha esordito in A1 e in Coppa Cev, disputando anche molte gare di Coppa Italia. La sua carriera è poi proseguita con Eurosped Ancona, Marsciano, Nocera Umbra e Albero del Volley Parma (tutte formazioni di B1), Volley Parma (A2) e infine il ritorno in Umbria con Corciano e Perugia (di nuovo B1), Volley Bastia (promozione dalla B2 e B1) e in ultimo la School Volley Perugia in B1. Da avversaria negli ultimi campionati, arriva in forza al Volley Città di Castello con la chiamata della società ad appena un paio di settimane dal via del suo ennesimo campionato di B1. “E’ stata una bella sorpresa per me – ha commentato Cristina Cruciani – che comunque sentivo l’esigenza di rimettermi in gioco e di non staccare con la pallavolo. L’opportunità giusta è capitata, anche se mi dovrò organizzare bene con il lavoro e con la famiglia per conciliare tutte le esigenze. A Città di Castello ritrovo due grandi amiche: Giorgia Vingaretti e Silvia Tosti e fin dal primo allenamento di lunedì scorso ho respirato un clima molto positivo all’interno della squadra, dove ci sono giovani molto interessanti e un tecnico, Brighigna, che mi ha destato un’ottima impressione. Insomma, si ricomincia; non sono rimasta inattiva, ma ho ancora bisogno di due-tre settimane di lavoro e poi potrò tornare a dire la mia”.

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