Cassero, sequestrata porzione di cantiere: “I lavori proseguono”
La precisazione dell’amministrazione comunale, critiche dalla minoranza
L'area sottoposta a sequestro, delimitata in bianco
Nella giornata di ieri una parte del cantiere relativo alla variante del Cassero, in corso di realizzazione a Città di Castello, è stata posta sotto sequestro penale dai Carabinieri forestali. Secondo quanto successivamente reso noto dall’amministrazione comunale, sarebbe emersa la necessità di “valutare una difformità riguardante il conferimento di materiale terroso”.
Una nota del comune tifernate ha precisato che “i lavori non sono assolutamente interrotti e proseguiranno secondo il cronoprogramma previsto. Nella giornata di ieri – ha spiegato l’amministrazione – è stata posta sotto sequestro dalle autorità competenti un’area pertinenziale rispetto alla zona interessata dai lavori, al fine di valutare una difformità riguardante il conferimento di materiale terroso”, rispetto a cui “gli organi preposti procederanno ora alle verifiche del caso. Anche gli uffici tecnici comunali avranno cura di effettuare i riscontri necessari sull’operato delle aziende impegnate nel cantiere”, ha reso noto ancora il comune di Città di Castello.
In precedenza, a sollecitare spiegazioni da parte dell’amministrazione comunale erano stati alcuni consiglieri di minoranza. Emanuela Arcaleni di Castello Cambia aveva chiesto “quali saranno le conseguenze per il prosieguo dei lavori e se ciò sarà motivo di allungamento dei tempi di consegna dell’opera finita, che ha già provocato la chiusura parziale del parcheggio Ferri fino ad ottobre. Se il cantiere dovesse subire ritardi consistenti”, aveva commentato Arcaleni “ci sarebbero ulteriori disagi per i cittadini e i turisti che vogliano recarsi in centro. Non avendo letto spiegazioni da parte dell'amministrazione, solitamente molto loquace sulle vicende comunali, credo si debba dare contezza ai cittadini di quanto li riguarda direttamente”, aveva chiosato la consigliera.
Riccardo Leveque ed Elda Rossi di Fratelli d’Italia, con Andrea Lignani Marchesani di Castello Civica, avevano invece definito “gravissimo, più grave del fatto in sé, minimizzare il sequestro penale da parte dei Carabinieri forestali presso un cantiere pubblico”. Secondo i tre esponenti del centrodestra “un atto che può comportare ritardi di realizzazione per un evidente errore fatto o in fase di progettazione o da chi effettivamente eseguiva i lavori non può essere derubricato a mero intoppo burocratico. Qualcuno ha sbagliato e la responsabilità deve emergere”, avevano affermato Leveque, Rossi e Lignani.