Rilanciare le Vie Romee

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10 Maggio 2017
ttv

Nell’ Anno Santo della Misericordia un pensiero affascinante va alle Vie Romee, quel groviglio di strade interappenniniche, interregionali, internazionali che scendevano dal Nord Europa e finivano per abbracciarsi sui crinali appenninici tosco-emiliano-marchigiani e umbri. L’anno santo del Duemila fu fertile di iniziative, che, accanto alla Via Francigena, permisero di riscoprire tracciati un po’ dimenticati ma in parte rivalutati con il ritorno del turismo a “passo lento”, il trekking, l’uso della bici. Ci furono – con l’operosità delle tante istituzioni locali – convegni in Valtiberina, studi ad ampio raggio, pubblicazioni in più lingue, recuperi di monumenti e arte, in un progetto interregionale che coinvolse Toscana, Emilia Romagna e Marche. Furono prodotti documentari televisivi, che dettero spazio alle grandi come a minuscole realtà. Tra Badia Tedalda e Sestino nacque anche la “Via Romea dell’arte contemporanea”, con l’apporto scientifico dalla rivista “Luoghi dell’Infinito”. In molti luoghi della provincia di Arezzo, accanto a molte chiese e cappelle si legge ancora l’indicazione di luoghi dell’arte e della fede, itinerari della cultura e dello spirito. Rilanciare questi “segni”, tornare a valorizzarli fa parte di un “codice economico”- far fruttare quanto si è investito – ma anche spirituale, nel solco di tradizioni che costituiscono elemento identitario di questa nostra “piccola grande Italia”, delle città come delle piccole comunità montane, che si abbracciano da millenni ai loro campanili. Nella “società liquida”, le piccole comunità montane costituiscono ancora una “società concreta”. Sestino, ad esempio, fin dal Medioevo aveva, documentati, tre “Hospitalia” in “suolo lateranense”: uno a Sestino, affidato poi alla Confraternita antichissima della Misericordia, uno a S. Salvatore di Canonica, su una strada già romana e medievale, uno a Colcellalto, del quale ci resta una magnifica terracotta di Sante Buglioni, oggi nella chiesa parrocchiale di san Tommaso. Itinerari dello spirito, spesso in affascinanti percorsi nella natura. E’ un po’ la diade odierna: “custodire il Creato, fare Misericordia”. Uno dei percorsi più organizzati- nelle attività del giubileo del Duemila- fu l’itinerario d’altura Rimini- territorio di S.Marino-Carpegna-Sasso di Simone- S. Cristoforo-Montelabreve-eremo di Montecasale. Territori, questi, toccati anche da S.Francesco nei suoi viaggi verso La Verna, nelle Marche e a S.Leo e quindi oggi di maggior valore per l’attualità che rivestono in relazione al significato e alla spiritualità contenuti nell’attuale Anno Santo. Oltre a tante tradizioni- fonti-letti-croci- di questi viaggi di S.Francesco restano chiese o personaggi ammaliati da san Francesco, come il beato Lando, rappresentato nei recuperati affreschi al Castello di S.Donato, in Sestino.

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