"I cattolici tra guerra e resistenza nell'Alta Valle del Tevere" sarà il tema di un'importante conferenza

di:
10 Maggio 2017
ttv

Nell'ambito delle iniziative culturali promosse in occasione del 70° anniversario della fine della seconda guerra mondiale (1945-2015), la Biblioteca Diocesana "Storti - Guerri" di Città di Castello organizza una conferenza sul tema I cattolici tra guerra e resistenza nell'Alta Valle del Tevere. L'argomento sarà illustrato dal prof. Alvaro Tacchini, studioso di storia contemporanea, Presidente dell'Istituto di Storia Politica e Sociale "Venanzio Gabriotti" e autore del recente saggio Guerra e Resistenza nell'Alta Valle del Tevere (1944-1945), pubblicato dall'editore Petruzzi a fine 2015. La conferenza si terrà venerdì 5 febbraio alle 17 nella sala conferenze al piano terra del Seminario Vescovile. Tutti gli interessati sono invitati a partecipare. Gli anni della seconda guerra mondiale, e in particolare il periodo della Resistenza, vedono il mondo cattolico altotiberino impegnato nella difesa delle persone coinvolte negli eventi bellici e nella scelta per la libertà. Proprio questo, come rileva il prof. Tacchini nella sua documentata ricerca, è l'ideale attorno al quale si sono coagulate forze diverse, nel comune impegno di lotta contro un'ideologia antiumana. Un impegno, questo concretizzatosi in maniera diversa. Per alcuni (soprattutto laici, ma anche alcuni sacerdoti) ha significato la scelta della lotta armata contro l'esercito nazi-fascista; per molti altri ha voluto dire vicinanza alla popolazione colpita e soccorso a chiunque avesse una necessità o si trovasse in pericolo. L'attività principale venne svolta nelle due città, Città di Castello e Sansepolcro, dove i due vescovi, rispettivamente mons. Filippo Maria Cipriani e mons. Pompeo Ghezzi, rimasero al loro posto, facendosi difensori della popolazione, promotori dei soccorsi ai feriti e della tutela dell'incolumità e dalla salute pubbliche, difensori degli edifici (a Sansepolcro, ad esempio, moltissimi sfollati consegnarono al vescovo Ghezzi le chiavi di casa). Accanto ai due vescovi sono da ricordare anche molti sacerdoti: don Beniamino Schivo, che a Città di Castello organizzò l'allestimento di un ospedale provvisorio nel Seminario Vescovile e salvò dalla deportazione una famiglia di ebrei; don Duilio Mengozzi, che a Sansepolcro, insieme ad alcuni medici, mantenne attivo l'ospedale e favorì la fuga di numerosi ebrei (fra cui il noto critico letterario Attilio Momigliano); don Domenico Mencaroni, ucciso a Toppole (Anghiari) dove si era trasferito per nascondere nella canonica di Verrazzano una famiglia ebrea; don Pompilio Mandrelli, che a Pietralunga seppe farsi difensore della popolazione. Sono soltanto alcuni nomi, ma capaci di fare capire quanto ampia sia stata la partecipazione del clero nella difesa della popolazione. Tra i laici il nome che spicca è quella di Venanzio Gabriotti, divenuto icona della Resistenza tifernate e umbra.

 

Tags