Coldiretti Arezzo su emergenza ungulati: Decisivo elaborare soluzioni efficaci

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10 Maggio 2017
ttv

"Ogni giorno, sì ogni giorno, riceviamo almeno una telefonata di un nostro agricoltore disperato per la drammatica presenza di cinghiali nella zona che danneggiano colture oltre a provocare molti incidenti nelle strade: occorre muoversi in fretta con modalità diverse dal passato attraverso le quali si guardi al risarcimento ma soprattutto ad un contenimento dei capi".
Sono parole del direttore di Coldiretti Arezzo, Mario Rossi, "in un momento difficile per l’agricoltura, che ha visto anche il precipitare dei prezzi all'origine in particolare per il grano, con conseguenze gravissime visto che il prezzo è più basso dei costi sostenuti in campo". Ma intanto si ripetono e moltiplicano, purtroppo, le segnalazioni di danni nei campi e nelle colture da parte dei cinghiali. "Coldiretti - insiste Rossi - evidenzia lo stato di esasperazione del mondo agricolo e non solo, di fronte ad una errata gestione della fauna selvatica, che ha determinato un vero e proprio squilibrio dell'ecosistema regionale". Tullio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo, chiede a tutti i livelli istituzionali “che si possano rendere veramente efficaci gli interventi, oltre a una diversa delimitazione delle aree non vocate alla presenza del cinghiale e di altri ungulati". Coldiretti vuole infatti la modifica delle procedure per l'attuazione dei piani di controllo della fauna selvatica e del cinghiale: questi atti secondo il presidente Marcelli vanno rimodulati per evitare complessità burocratiche che, di fatto, vanificano l'efficacia dei controlli, con conseguente esponenziale incremento dei danni. Coldiretti si dichiara subito disponibile a contribuire a una rimodulazione delle delibere, visto che così non possono funzionare. L'attivazione tempestiva degli interventi di controllo non può neanche essere condizionata da pastoie burocratiche: infatti ad oggi si registrano numerosissime le richieste di intervento presentate dalle imprese agricole e ancora inevase, giacenti presso gli uffici territoriali della Regione Toscana.

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