Caprioli e fauna selvatica: l'osservatorio regionale umbro raccomanda il comportamento corretto con nuovi nati

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10 Maggio 2017
ttv

Attenzione a non toccare e tantomeno a non prelevare i cuccioli di capriolo e di altri animali selvatici, apparentemente abbandonati: non solo si infrange la legge, ma soprattutto si arreca un danno ai piccoli. È la raccomandazione che viene dall’Osservatorio faunistico regionale dell’Umbria nell’imminenza della stagione delle nuove nascite. In Umbria, i caprioli, la specie più piccola dei cervidi europei, rivestono una elevata importanza naturalistica e vanno protetti e salvaguardati. Nei mesi di maggio e giugno ci saranno i parti dei caprioli e a molti, nei boschi e in campagna, potrà capitare di imbattersi nei cuccioli nascosti fra la vegetazione. Nelle prime settimane di vita, la madre sta con i piccoli solo per le poppate; i genitori restano vicini a loro, andando in cerca di cibo e comunque sono vigili sulla prole nascosta nell’erba alta o sotto alberi caduti. Il contatto con l’uomo, spiegano dall’Osservatorio, lascia sui piccoli il suo odore e in questo caso la madre non li avvicinerà più, rifiutandoli. Inoltre non va dimenticato, sottolineano dall’Osservatorio, che l’articolo 3 della legge 157/92 in materia di protezione della fauna selvatica e di prelievo venatorio   vieta espressamente la “cattura di uccelli e di mammiferi selvatici, nonché il prelievo di uova, nidi e piccoli nati”. Il comportamento corretto è pertanto quello di non toccare i piccoli o peggio ancora raccoglierli per portarli via, ma piuttosto di allontanarsi in modo che la madre possa tornare da loro e guidarli verso un altro luogo, al sicuro. Accarezzarli o prenderli in braccio significa esporli al sicuro rifiuto da parte della madre. Se i piccoli fossero feriti, ci si deve rivolgere alle autorità competenti in modo che possano essere trasferiti e curati nelle strutture specializzate.

 

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