Vaccini: non passano in consiglio comunale i documenti dei comitati dei genitori per la continuità scolastica dei bambini

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08 Marzo 2018

Il consiglio comunale di Città di Castello, riunitosi lo scorso 6 marzo, non ha approvato i due documenti dei comitati “Genitori consapevoli Umbria” e “Valtiberina libera scelta” nei quali si chiedeva l’impegno del sindaco affinché i bambini non in regola con le disposizioni sui vaccini, potessero terminare l’anno scolastico”. Si sono espressi a favore Forza Italia, Fratelli d’Italia, Castello Cambia, Tiferno Insieme, M5S e Lega. Il sindaco non ha votato. Si sono espressi in modo contrario PD, Psi, astenuti Benedetta Calagreti e Giovanni Procelli. Segue il dibattito avvenuto durante la seduta.

L’argomento è stato discusso nell’imminenza della data del 10 marzo, quando, come ha sottolineato l’assessore alle Politiche educative Rossella Cestini “non scatta la sospensione della frequenza per i bambini non in regola ma inizia la ricognizione sulle singole posizioni. Non è perentorio. Attiene al termine entro cui è prevista la regolarizzazione con l’obbligo vaccinale dei bambini, non è stringente dato che sarà seguita da una verifica regionale sullo stato dell’arte che consenta una ricognizione generale del fenomeno. In realtà l’eventualità di una sospensione della frequenza si porrà solo dopo il 30 aprile”. Introdotti dal presidente del consiglio comunale Vincenzo Tofanelli, i documenti nel dispositivo si concentravano sulla necessità di garantire la continuità educativa per chi è stato regolarmente iscritto ed accettato all’inizio dell’anno scolastico “nella serenità delle famiglie e l’intento di evitare inutili e dannose tensioni nella cittadinanza su una materia comunque tutelata dalla privacy”. “Non possiamo decidere - ha detto Tofanelli - ma possiamo invitare chi ha competenza ad accogliere questa istanza”.

Marco Gasperi, capogruppo del Movimento 5 Stelle, è intervenuto dicendo che “Il comune deve seguire la legge. Il dirigente scolastico ha la possibilità di accogliere o meno il nostro pronunciamento. Voglio spezzare una lancia verso questi comitati, per permettere ai bambini di andare a scuola anche senza vaccini. Nel dispositivo non si dice di non farli ma di finire i due, tre mesi di scuola che mancano.  Sosteniamo la proposta dei comitati, già altri comuni e regioni lo hanno fatto”. “Sono d’accordo” ha detto Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, “prendiamo come consiglieri la responsabilità che il sindaco non si può assumere”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha ricordato che “Nella vicenda ci sono le pressioni di Big Farma. Anche i bambini ebrei a suo tempo furono espulsi dalle scuole. Allontanarli è sempre odioso. Sì alla proroga a fine anno”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Pd, ha sostenuto attraverso dati e statistiche ufficiali che “I cicli vaccinali sono importanti, hanno implicazioni per la salute pubblica, che non può dipendere da scelte personali, che vanno rispettate ma non sopravanzano la scienza. Non è possibile nonostante il coinvolgimento umano avere un comportamento né esercitare atteggiamenti traballanti”.

Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha dichiarato che “qualsiasi deliberazione non può confliggere con la legge. In realtà la data limite è il 30 aprile, quando ormai l’anno è finito. Riparliamone allora”. Mirko Pescari, consigliere del PD, ha criticato vari aspetti della legge e concluso “si tratta di bilanciare due interessi. Il diritto dei bambini che non sono vaccinati a stare in classe e quello dei bambini che devono convivere con un rischio maggiore. Non appoggerò il documento”. Per Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, “stando al dispositivo, si chiede solo di finire l’anno scolastico. La legge va rispettata ma non siamo notai. Diamo un indirizzo politico. Norma inapplicabile, siamo per il sì”. Benedetta Calagreti, consigliere del PSI, ha dichiarato la sua astensione per motivi personali.  Anche per il capogruppo de la Sinistra Giovanni Procelli “la norma non è ben fatta. Introduce trattamenti diversi. I vaccini sono utili anche se tutti i farmaci implicano degli effetti collaterali”. Ursula Masciarri, consigliere comunale di PSI, ha detto di “condividere tutti i limiti che sono stati espressi, la norma non consente di scegliere. Anche se comprendo le motivazioni dei genitori qui presenti, dobbiamo tenere conto anche di tutti quei genitori, la maggioranza, che hanno opinioni opposte alle loro”. Prima delle dichiarazioni di voto, Gasperi ha chiesto una pausa per proporre un emendamento che limitava l’input del dispositivo “all’iniziativa del sindaco affinché perorasse nelle sedi opportune la causa della continuità didattica per i bambini da zero a sei anni non in regola con l’obbligo vaccinale”.

Il sindaco Luciano Bacchetta si è impegnato personalmente in questo senso: nel suo intervento ha dichiarato “come figura istituzionale il sindaco può votare perché deve applicare la legge. Tuttavia ci sono ancora margini per l’applicazione della legge con buon senso, su cui l’appoggio al documento di stasera non incide. Mi impegno a verificare in tutte le sedi davvero decisive e farò tutti i passi opportuni presso l’organismo competente affinché si possa comprendere se il termine del 30 aprile sia ultimativo. Credo che questa iniziativa sia più efficace che votare il documento. Prendo questo impegno. I bambini sono al primo posto, tutti”. Nelle dichiarazioni di voto, Zucchini ha ribadito il no, Gasperi il sì, dicendosi dispiaciuto per “il rifiuto del PD di valutare emendamenti per andare incontro ai cittadini”. Sassolini ha chiesto al sindaco di “appoggiare l’invito a garantire il completamento dell’anno scolastico”. Arcaleni: “gli emendamenti limitavano l’impegno del sindaco ad una sensibilizzazione. Sbagliato bocciarla”. Sì di Morini, no di Vittorio Morani, capogruppo del PSI. Valerio Mancini, consigliere della Lega, ha ricordato di aver portato come consigliere regionale “questo tema a Perugia ma il consiglio ha preferito parlare di fascismo e nazismo anziché del problema delle famiglie con i bambini non in regola. Oltre le motivazioni già esposte, se dovessimo lasciare a casa i bambini, le famiglie avrebbero costi e difficoltà per la gestione dei bambini”.

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