Trovati morti alcuni cani e gatti nell'anghiarese per aver ingerito dei bocconi avvelenati
Non si ferma la malvagità e l’incoscienza di alcune persone che continuano a disseminare i boschi e le campagne di polpette avvelenate. Altri animali trovati morti nell’anghiarese, due cani e tre gatti in località Chiarabelle. Nei pressi del Santuario della Madonna del Carmine un cane è morto dopo essere riuscito a tornare a casa a stento mentre lottava con atroci dolori per aver mangiato un boccone avvelenato. Stanno lavorando assiduamente i Carabinieri Forestali di Sansepolcro e le unità cinofile molecolari antiveleno. I bocconi incriminati sono stati inviati all’istituto zooprofilattico per capire di che cosa si tratti.
Non si ferma dunque la follia di chi per proteggere cacciagione e tartufi cerca di avvelenare gli animali selvatici rischiando così di spezzare la vita anche di innocui animali domestici, come nei casi degli ultimi giorni, ormai troppi. Infatti sembra che l’intenzione di queste persone sia legata alla salvaguardia di alcune specie animali che vengono da loro cacciate, che sono però anche una ghiotta preda per le volpi, ma oltre a lepri e fagiani anche i tartufi sono per molti l’oro nero che però rischia di essere rubato dagli ungulati liberi nei boschi.
Quindi come ovviare il problema? Avvelenando i predatori selvatici. Peccato che oltre ad essere un pericolo per altri animali e per le persone stesse, questo sia nettamente fuori legge. L’articolo 544 ter del codice penale infatti è molto circostanziato: chiunque cagioni una lesione a un animale (sevizie o fatiche insopportabili per le sue caratteristiche etologiche) è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi e con una multa da 5mila a 30mila euro. Stessa pena per chi somministra sostanze vietate o tali da procurare un danno alla salute; pena che viene ad essere aumentata della metà in caso di morte dell’animale.