Seduta congiunta sull'ospedale delle commissioni "Controllo e Garanzia" e "Servizi e Partecipazioni"

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01 Dicembre 2017
Il black-out elettrico di 45 minuti avvenuto il 17 gennaio scorso all’ospedale di Città di Castello, successivo all’interruzione dell’alimentazione in parte della città, è stato determinato dal brusco ritorno dell’energia nella rete di media tensione a servizio della struttura, che, nello switch-off dei gruppi elettrogeni, ha danneggiato le batterie Ups. L’episodio non ha alcuna relazione con le condizioni di operatività e di manutenzione del gruppo di continuità, il cui corretto funzionamento era stato regolarmente certificato dall’ente deputato ed era stato verificato nel corso delle prove svolte a cadenza semestrale dall’azienda. Il raggiungimento del fine vita tecnico delle batterie Ups, la cui sostituzione era stata già programmata per l’anno 2017 con un investimento di 300 mila euro, non è stato pertanto causa dell’interruzione dell’erogazione di energia elettrica. E’ quanto hanno chiarito il direttore medico del presidio ospedaliero Silvio Pasqui, il dirigente responsabile dell’Unità Operativa Attività Tecniche dell’Usl Umbria 1 Fabio Pagliaccia e il responsabile tecnico del presidio tifernate Maurizio Rapaioli nell’audizione avvenuta nella seduta congiunta delle commissioni “Controllo e Garanzia” e “Servizi e Partecipazioni”, convocata nella residenza municipale dai rispettivi presidenti Riccardo Augusto Marchetti e Giovanni Procelli alla presenza dell’assessore Massimo Massetti. Il confronto con i rappresentanti dell’azienda sanitaria ha permesso di ricostruire con esattezza l’accaduto e di approfondire anche altre questioni, in particolare quelle legate alle problematiche delle infiltrazioni nell’edificio dell’ospedale e delle condizioni del parcheggio a servizio della struttura, per la soluzione delle quali è stato annunciato a fine 2018 un intervento straordinario finanziato con 1 milione di euro che dovrebbe concludersi in sei mesi, quindi attorno al primo trimestre 2019.
Dibattito. A seguito della richiesta di convocare le commissioni sul tema, a introdurre la discussione è stato Marco Gasperi (M5S), che, nel dare atto del corretto operato della struttura tecnica dell’azienda che ha permesso di scongiurare disagi in occasione del black-out, ha chiesto chiarimenti sulla natura del problema che si è determinato nel momento dello switch-off elettrico e ha sollecitato una spiegazione circa la mancata sostituzione delle batterie Ups, “che – ha detto - nel 2014 la società manutentrice aveva indicato di avvicendare per il superamento del fine vita tecnico dei 12 anni di esercizio”. “Il black-out si sarebbe potuto evitare sostituendo per tempo le batterie?”, ha chiesto il rappresentante della minoranza consiliare, deplorando il fatto che tra il 2014 e il 2016 non siano più stati effettuati controlli sullo stato dei dispositivi. A giudicare “inammissibile che in una logica di garanzia del servizio pubblico e di sicurezza degli utenti l’azienda non abbia proceduto alla sostituzione delle batterie, seguendo le indicazioni della ditta deputata alla manutenzione” è stato anche Vincenzo Bucci (Castello Cambia), che ha deprecato ogni ragionamento in termini di risparmio economico su una simile esigenza di intervento. Sulla stessa lunghezza d’onda Nicola Morini (Tiferno Insieme), che ha criticato il comportamento dell’azienda e ha chiesto di sapere “chi sia assunto la responsabilità di non fare per tempo la sostituzione delle batterie, ritenendo che la sostituzione non fosse necessaria e di andare oltre il limite-vita di questi dispositivi”, mentre Riccardo Augusto Marchetti (Lega Nord) ha voluto comprendere se la stessa logica di protrarre l’esercizio delle batterie Ups sia stata seguita in altri ospedali dell’azienda. A chiedere conto della questione delle infiltrazioni d’acqua all’interno dell’ospedale è stato Massimo Minciotti (Pd), che ha citato l’episodio verificatosi recentemente nel reparto di Radiologia e ha posto la necessità di capire come l’azienda intenda migliorare la situazione, visti i ricorrenti problemi. A replicare è stato in prima battuta il direttore di presidio Pasqui, che dato conto dell’ intervento tempestivo al momento del black-out da parte del personale dell’ufficio tecnico, in una situazione obiettivamente difficile, e della brillante reazione del resto degli addetti in servizio all’ospedale” e ha ribadito come sia stata garantita la continuità assistenziale a tutti i pazienti, compresi quelli che si trovavano nelle aree critiche della terapia intensiva, dell’emodialisi e della sala operatoria, dove tre operazioni di ginecologia, una di ortopedia e una di chirurgia generale sono state rinviate ed eseguite nei giorni successivi. “I tecnici hanno dovuto effettuare tutte le verifiche del caso nella cabina delle batterie e hanno riavviato i gruppi elettrogeni fino al ripristino attorno alle ore 16.30 della normale alimentazione elettrica, una volta verificata la stabilità della rete ed effettuata una prova di distacco dell’erogazione energetica”, ha spiegato Pasqui, che ha chiarito come successivamente siano state “avviate tutte le procedure per la sostituzione delle batterie, nel quadro di un più complessivo intervento di aggiornamento tecnologico dell’ospedale cui l’azienda ha dato seguito in considerazione dei 17 anni trascorsi dalla sua apertura”. Il responsabile tecnico dell’azienda Pagliaccia ha spiegato che il brusco ritorno dell’energia elettrica sulla rete di media tensione dell’ospedale, “con modalità mai verificatesi in precedenza”, ha bruciato le batterie Ups ed è stato provvidenziale l’intervento del personale a presidio fisso 24 ore su 24 del funzionamento dei gruppi di continuità per scongiurare ogni problematica. “L’evento è stato straordinario e anche se le batterie fossero state nuove il risultato sarebbe stato lo stesso” ha chiarito Il responsabile tecnico, che ha riferito di un problema analogo verificatosi nell’ospedale di Pantalla, quindi in una struttura con dispositivi molto più recenti. Nel ricondurre l’intervallo di due anni trascorso tra il penultimo e l’ultimo controllo sulle batterie Ups principalmente allo slittamento della tempistica per l’attivazione della convenzione Consip per la manutenzione, Pagliaccia ha precisato che nell’ultimo verbale relativo alle verifiche effettuate a luglio 2016 fosse stato certificato il regolare funzionamento dei dispositivi e che pertanto ci fossero tutte le garanzie di sicurezza, in attesa della sostituzione che era stata reputata necessaria, ma non urgente in ragione dello stato rassicurante delle attrezzature, ed era stata per questo programmata entro il 2017. A ulteriore conferma del corretto funzionamento delle batterie il responsabile tecnico del presidio tifernate Rapaioli ha dato conto dell’esito positivo di tutte le simulazioni di black-out effettuate a cadenza semestrale e ha ribadito che il danneggiamento dei dispositivi non abbia alcuna relazione con la loro mancata sostituzione. In questo contesto, Pagliaccia, che ha spiegato di avere la responsabilità delle decisioni in merito, ha chiarito che ogni attrezzatura ospedaliera è sottoposta a una valutazione tecnica sulla sua condizione che tiene necessariamente conto del suo effettivo funzionamento, al di là del fine vita tecnico che implica l’impossibilità di trovare pezzi di ricambio. “Ogni sostituzione – ha sottolineato - viene affrontata con una programmazione nel tempo in un quadro di corretto utilizzo delle risorse a disposizione”. Pasqui ha sottolineato che, in presenza di vincoli di bilancio dei quali l’azienda deve tenere conto, si procede abitualmente in base a una logica di priorità, che antepone l’intervento sulle situazioni di assoluta obsolescenza a quello di innovazione tecnologica. Sui problemi delle infiltrazioni di acqua Pasqui e i responsabili tecnici dell’azienda hanno ricondotto le motivazioni dei ricorrenti episodi all’estensione di circa tre ettari dell’ospedale e alle caratteristiche costruttive del complesso, con particolare riferimento alla copertura in piano e alla presenza di giunti dilatatori antisismici che permettono il movimento delle strutture ma che comportano anche la fessurazione più frequente della muratura quando ci sono sollecitazioni. Le stesse criticità legate alle modalità realizzative originarie, imposte all’epoca dal taglio dei finanziamenti disponibili, sono state chiamate in causa anche a proposito del parcheggio. “Con l’intervento da un milione di euro che la Regione ha finanziato per tramite del Ministero andremo a intervenire sulla copertura e in parte sul parcheggio con lavori che sono già in corso di progettazione”, ha spiegato Pagliaccia.

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