SECONDO PONTE SUL TEVERE, STOP AL CANTIERE
Intervento dei Carabinieri Forestali al cantiere per la realizzazione del secondo ponte sul Fiume Tevere, tre denunce e sospesi i lavori.
E’ accaduto nei giorni scorsi quando i Carabinieri Forestali della Stazione di Sansepolcro insieme ai militari del Gruppo ambiente della Procura di Arezzo e dal Dipartimento Arpat di Arezzo, hanno eseguito un controllo ambientale all’interno dell’area di cantiere interessato dai lavori per la realizzazione del secondo ponte sul Fiume Tevere per verificare l’effettiva esistenza e il relativo funzionamento delle opere a protezione delle risorse idriche e del suolo attestate nel progetto esecutivo dell’opera presentato dal progettista e approvato dalla giunta comunale di Sansepolcro.
Il sopralluogo avvenuto alla presenza del direttore dei lavori, ha constatato l’assenza di quasi tutti i presidi ambientali che dovevano essere adottati prima che le opere avessero inizio; nella fattispecie: il cantiere risultava sprovvisto di un sistema di fossi per la raccolta e lo smaltimento delle acque pluviali; mancavano gli impianti per il trattamento delle acque superficiali prima della loro immissione nella rete idrica superficiale; lo scarico dei reflui in acque superficiali non risultava autorizzato; i cumuli di terreno vegetale presenti nel cantiere derivanti dallo scotico dell’area dei lavori non erano protetti da teli traspiranti finalizzati ad evitare il dilavamento e la emissione in atmosfera di polveri; nell’area di lavoro non funzionava l’impianto lava ruote.
Il tutto, costituendo due violazione penali (da una parte la messa in esercizio di un cantiere in assenza di autorizzazione allo scarico e omettendo di eseguire le preventive misure per la tutela delle risorse idriche e del suolo e dall’altra l’inevitabile smaltimento diffuso e incontrollato sul suolo e sulle acque superficiali dei reflui industriali prodotti dal dilavamento delle aree di lavoro) ha indotto la polizia giudiziaria a prescrivere l’immediata sospensione dei lavori fino alla preventiva realizzazione delle opere sopra indicate nonché a deferire all’autorità giudiziaria il responsabile unico del procedimento, il direttore dei lavori e l’appaltatore.
Adesso avranno a disposizione 90 giorni entro i quali provvedere alla messa a norma del cantiere; l’ottemperanza determinerà la ripresa dei lavori e l’estinzione del reato, in caso contrario proseguirà l’azione penale nelle forme previste dal codice.