Riconosciuto il debito fuori bilancio relativo alla tassa di concessione per i cellulari

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31 Marzo 2018

Il consiglio comunale ha riconosciuto la legittimità del debito fuori bilancio a seguito della sentenza della Sezione Tributaria Civile della Corte di Cassazione dello scorso 27 settembre. Il comune dovrà infatti pagare l’importo di 23 mila 631,92 euro a saldo della tassa di concessione governativa per apparecchi di telefonia mobile relativa agli anni 2003, 2004, 2005 e 2006. I voti favorevoli sono stati 15, quella della maggioranza (Pd, Psi, La Sinistra) mentre si sono pronunciati contrariamente Fratelli d’Italia, M5S e Forza Italia e si sono astenuti Tiferno Insieme e Castello Cambia con Manuela Arcaleni.

Dibattito. L’assessore Riccardo Carletti ha ripercorso l’iter della vicenda relativa a una controversa applicazione della tassa di concessione governativa per l’impiego di telefoni cellulari, partito nel 2006 con la notifica del verbale di constatazione da parte della Guardia di Finanza e concluso dalla sentenza della Corte di Cassazione, che ha rigettato l’opposizione del Comune al ricorso proposto dall’Agenzia delle Entrate rispetto alla sentenza del 2011 della Commissione Tributaria Regionale dell’Umbria, favorevole all’ente tifernate. “C’erano tutte le premesse giurisprudenziali a giustificare l’opposizione del Comune, anche in Cassazione, a una assoggettabilità al pagamento di questa tassa che all’epoca appariva indebita”, ha spiegato Carletti a proposito della gestione della situazione da parte dell’amministrazione comunale, con la dirigente del Settore Finanze e Tributi Gigliola Del Gaia che ha fatto presente come l’approccio giurisprudenziale all’intera questione sia stato rivisto alla luce del pronunciamento della Corte di Giustizia europea del 2015, con cui è stato dichiarato legittimo che i comuni dovessero pagare la tassa di concessione, in quanto non considerati enti alla stregua delle amministrazioni centrali dello Stato. I consiglieri Marco Gasperi (M5S) e Cesare Sassolini (Forza Italia) hanno chiesto chiarimenti sulla documentazione, con particolare riferimento alla relazione al bilancio di previsione del collegio dei revisori dei conti, che dichiara l’inesistenza di debiti fuori bilancio, al bollettino Mav per il pagamento e alla barratura della casella del pagamento rateizzato sulla cartella di pagamento dell’Agenzia delle Entrate, in presenza, invece, del saldo in unica soluzione preannunciato dall’ente. Sassolini, ha chiesto conto in particolare del perché l’amministrazione non abbia optato per la dilazione del pagamento in 72 rate da 346 euro al mese. A contestare la scelta del Comune di opporsi in giudizio, “che alla fine ha fatto lievitare la spesa comprensiva delle spese legali di 25-26 mila euro in dieci anni”, è stato Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d’Italia), il quale ha evidenziato come il Comune “non possa avere la mentalità di evitare il più possibile di pagare”. Il sindaco Luciano Bacchetta è intervenuto per chiarire che “pur in una situazione complessa, tutti gli atti compiuti sono stati formalmente corretti, con totale buona fede e senza pressapochismo”. Nel ricordare come nella vicenda siano stati coinvolti molti altri comuni all’epoca, Gaetano Zucchini (Pd) ha escluso una responsabilità politica, esprimendo la propria contrarietà alla rateizzazione e un giudizio comunque negativo su una tassa che andrebbe rivista. “Nulla da eccepire” per il consigliere Vincenzo Bucci (Castello Cambia), con Luciano Tavernelli (Pd), che ha giudicato il debito fuori bilancio non paragonabile a quelli classici in cui può incorrere l’amministrazione, specialmente in difetto di copertura finanziaria, condividendo la scelta di pagare subito, “in quanto poi gli ammortamenti tolgono economie per il futuro”. Nel richiamare l’esigenza di approfittare delle riunioni delle commissioni competenti per certe eccezioni tecniche avanzate dai consiglieri, l’assessore al Bilancio Michele Bettarelli ha invitato quanti prospettavano un voto negativo di fronte a una sentenza della Cassazione a valutare le implicazioni in termini di possibili responsabilità. Dalla dirigente Del Gaia sono arrivati i chiarimenti tecnici sulle questioni sollevate dalla minoranza, che sono state ricondotte a mere fattispecie procedurali nel caso della documentazione dell’Agenzia delle Entrate e a un pronunciamento dei revisori orientato a escludere altri debiti fuori bilancio, oltre a quello già previsto. La stessa dirigente ha rassicurato sul fatto che non rappresenti alcun problema per l’amministrazione sostenere il pagamento di 23 mila euro, già iscritto con l’apposita copertura per l’esercizio 2018, su un bilancio da 37 milioni per la parte corrente. “Pagheremo entro 10 aprile senza incorrere in ulteriori spese”, ha garantito Del Gaia.

 

 

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