Pandemia: si registra una nuova vittima. Muzi Betti, il sindaco replica a Lignani

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12 Gennaio 2021

Si registra un nuovo decesso in città: una signora di 93 anni, non legata alla vicenda dell’Asp Muzi Betti. E’ quanto ha dichiarato oggi il sindaco Luciano Bacchetta, nello stringersi ai familiari della tifernate deceduta, ai quali ha rivolto le proprie sincere condoglianze ed evidenziando «i sei nuovi positivi al Covid-19 e sette persone guarite» nelle scorse 24 ore.

 

«Alla Muzi Betti e stato effettuato un nuovo giro di tamponi e da domani inizieranno le vaccinazioni sulle persone che risulteranno negative, sia ospiti che operatori sanitari», ha riferito Bacchetta, nel giudicare «un fatto molto importante l’intervento dello strumento vaccinale, che diventa fondamentale, specie in strutture come queste dove l’ipotesi di focolai e di una crescita del contagio è costantemente presente, creando giuste e ovvie preoccupazioni».

«L’effettuazione dei vaccini già da domani consentirà di intervenire in questa prima fase per arginare il più possibile il contagio, mentre nella residenza sanitaria proseguirà l’opera di prevenzione con i tamponi, che ci darà un quadro più chiaro nei prossimi giorni», ha osservato il sindaco, che ha preso posizione anche rispetto all’interpellanza del consigliere Andrea Lignani Marchesani sulle eventuali responsabilità del focolaio scoppiato alla Muzi Betti.

«Il consigliere Lignani Marchesani ha posto legittimamente il problema di come e perché si sia sviluppato questo focolaio nella nostra residenza sanitaria, fermo restando però che alcune delle sue considerazioni non sono vere, perché non mi risulta ci sia stata alcuna iniziativa pubblica all’interno della struttura, come mi ha confermato la presidente Andreina Ciubini», ha affermato Bacchetta, che ha ribadito: «dentro Muzi Betti sono entrati solo gli operatori sanitari, gli infermieri e i medici, in quanto i parenti da molto tempo non possono farlo più».

«Per quanto ne so io la direzione della Muzi Betti ha rispettato sempre in maniera estremamente scrupolosa tutte le prescrizioni che sono state date e all’interno della struttura sono entrati solo quelli che erano abilitati a farlo, ovvero coloro che lavorano nella residenza sanitaria», ha sottolineato il sindaco.

«Ritengo in ogni caso ovvio e giusto che si tenga una seduta in commissione consiliare nella quale ci si confronti con la direzione dell’Asp Muzi Betti, dalla presidente, al direttore sanitario, fino al consiglio di amministrazione, per  capire ciò che è accaduto - ha chiarito il primo cittadino - la questione delle residenze sanitarie è stato il problema dei problemi nella vicenda legata al Covid in tutta Italia e anche in Umbria, basti pensare che alcune strutture sono state addirittura sgomberate, ma ritengo sbagliato dare colpe e responsabilità per quello che è accaduto», ha precisato Bacchetta, che ha comunque rimarcato: «siccome la trasparenza è la più grande delle virtù, specie in vicende come queste che coinvolgono persone molto anziane, fragili, deboli e le loro famiglie, è giusto che ci si confronti e si capisca quello che è accaduto, soprattutto perché si individuino i modi per poter evitare più danni collaterali possibili».

 

«D’altra parte l’Asp Muzi Betti per dieci mesi era rimasta praticamente indenne dal Covid, una specie di miracolo, per cui era ovvio che potesse venire coinvolta, data la vicenda estremamente lunga della pandemia in atto, che nella seconda ondata si sta caratterizzando per numeri molto più alti della prima - ha osservato il primo cittadino - Quando le notizie sono distorte e poco chiare si rischia che trapeli all’esterno qualcosa che con corrisponde al vero e possa essere interpretato male, per cui è giusto che le considerazioni che fa il consigliere Lignani Marchesani vengano discusse e ci si confronti serenamente, proprio perché la verità è sempre rivoluzionaria e in questo caso lo è anche più, visto che è interesse di tutti  avere le informazioni necessarie e la massima conoscenza dei fatti».

Bacchetta ha poi evidenziato «soprattutto per rispetto nei confronti delle persone ricoverate e dei parenti di queste persone anziane, a cui tutti siamo molto legati, è giusto e doveroso fare la massima chiarezza. Speriamo che questa vicenda possa migliorare, nel quadro di un contesto generale umbro che continua ad essere abbastanza complesso, visto che si parla sempre più insistentemente dell’applicazione delle disposizioni della zona arancione».

 

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